Indonesia. A Jakarta emergenza alluvioni: 20 morti, migliaia di sfollati e miliardi
di danni
A Jakarta si contano i danni provocati dalle devastanti alluvioni dei giorni scorsi,
che hanno causato - secondo le stime aggiornate - un totale di 20 morti. Jusuf Wanandi,
capo dell'Associazione degli imprenditori e degli uomini d'affari (Apkindo) della
capitale, riferisce che le perdite nel commercio, per ciascuno dei quattro giorni
di emergenza, ammontano a 500 miliardi di rupie (poco più di 50 milioni di dollari).
Moltissimi i negozi e le attività costrette a chiudere, mentre circa 20mila persone
sono rimaste senza casa e hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza temporanea.
Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha garantito che l'amministrazione di Central
Jakarta stanzierà almeno 2mila miliardi di rupie (oltre 200 milioni di dollari) nei
prossimi mesi, nell'opera di prevenzione contro nuove catastrofi naturali. Il governatorato
della capitale indonesiana ha avviato le operazioni di pulizia della città, dopo giorni
di emergenza assoluta. La situazione resta ancora critica e i danni maggiori si registrano
nel commercio, con intere zone della capitale tuttora paralizzate. La National Disaster
Mitigation Agency (Bnpb) comunica che vi sono almeno 8mila abitanti che hanno contratto
infezioni o malattie dovute alle epidemie originate dalle inondazioni. Almeno 41 chilometri
quadrati dell'area metropolitana di Jakarta, poco meno del 10% del totale, sono stati
sommersi dalle acque; 74 quartieri, per un totale di 31 sotto-distretti e cinque municipalità
della capitale sono stati colpiti e sono oltre 97mila le case che hanno riportato
danni. L'emergenza ha interessato anche diverse zone abitate da comunità cattoliche,
con i fedeli in prima fila - pur costituendo una piccola minoranza - nelle operazioni
di soccorso e aiuto alla popolazione. Fra le aree che hanno subito le maggiori devastazioni
vi è il distretto amministrativo di Pluit, a North Jakarta. Il vice-governatore (cristiano)
di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama, meglio conosciuto col soprannome di Ahok, ha confermato
"i danni ingenti" nell'area causati da un vero e proprio "muro di acqua". Dopo ore
di incertezza, padre Andreas Gunawan della parrocchia di Stella Maris a Pluit ha risposto
all'appello dei fedeli, abbandonando la chiesa e trovando rifugio ai piani alti dell'edificio.
Fra le chiese affette dal disastro vi è anche la S. Cristoforo a Grogol, West Jakarta,
dove "l'acqua ha raggiunto l'altare". In un'altra parrocchia della zona, la Teluk
Gong, il sacerdote ha "aperto" le porte dell'edificio per fornire un "riparo temporaneo"
agli sfollati. Intanto decine di enti e associazioni cattoliche della capitale continuano
le attività di raccolta e consegna di aiuti e generi di prima necessità alle vittime
dell'alluvione. "È la fede in Cristo - spiega una donna - che mi spinge a fare del
bene agli altri". (R.P.)