2013-01-21 14:23:44

Bologna: neonata abbandonata. Servizio accoglienza alla Vita: serve più informazione


Maria Grazia è il nome che all’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna hanno dato alla neonata abbandonata sabato in un cassonetto. La piccola, fa sapere il policlinico, ''è in buone condizioni di salute. Dal reparto di terapia intensiva neonatale, dove è ancora ricoverata a scopo precauzionale, a breve verrà trasferita nella degenza ordinaria e i servizi sociali del comune di Bologna sono intervenuti per la presa in carico. Per fare in modo che i neonati non vengano abbandonati in luoghi come i cassonetti, bisognerebbe fare più informazione: lo sottolinea, al microfono di Debora Donnini, Maria Vittoria Gualandi, presidente del Servizio di accoglienza alla Vita di Bologna:RealAudioMP3

R. – Bisognerebbe fare molta informazione anche attraverso la televisione, facendo sapere che le mamme possono benissimo partorire in ospedale e lasciare il bambino – la legge lo consente – e darlo in adozione. Ci sono anche progetti di vita dati dai Sav (Servizi di Aiuto alla Vita) e dai Cav (Centri di aiuto alla Vita), che aiutano la mamma a tenere il bambino e anche al mantenimento fino al primo anno. Bisognerebbe assolutamente fare questo tipo di informazione.

D. – Nei centri di aiuto alla vita c’è, dunque, la possibilità di avere un aiuto economico per le madri che si trovano in difficoltà e per aiutarle a non abortire?

R. – Certo, ma non solo questo. Noi abbiamo anche 10 appartamenti di accoglienza situati a Bologna, in normalii condomini, dove accogliamo mamme con bambini, anche bambini appena nati, o madri che aspettano un bambino e non sanno dove andare. Lavoriamo con i Servizi pubblici di Bologna. Oltre che l’aiuto economico, diamo anche accoglienza. Abbiamo avuto molti casi di madri che hanno avuto bambini e sono venute da noi verso il quarto o quinto mese, quando cominciava a vedersi, e hanno trascorso la gravidanza nei nostri appartamenti nell’assoluto anonimato e poi hanno partorito e hanno lasciato il bambino in adozione.

D. – Da quando ci sono i Cav e i Servizi di aiuto alla vita a Bologna quante madri sono state aiutate?

R. – Noi ci siamo da 30 anni, abbiamo 10 appartamenti: sono decine e decine. Adesso abbiamo quasi 30 bambini, 11 mamme e cinque famiglie. Ci sono moltissimi casi di extra-comunitarie, ma anche di italiane. Poi, col “Guardaroba” seguiamo mille famiglie, col Banco alimentare 140 famiglie. Se vengono a parlare con noi nel Segretariato si tratta di centinaia di famiglie l’anno. Il Sav ha quattro dipendenti e 80 volontari.







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