I giovani dell'Azione Cattolica di Roma in preghiera per la pace
A Roma, i giovani dell’Azione Cattolica diocesana hanno animato sabato scorso, nella
chiesa di Sant’Antonio da Padova, una Veglia di preghiera. Il momento di raccoglimento
è stato dedicato anche alla meditazione sul messaggio di Papa Benedetto XVI per la
Giornata mondiale della pace 2013. Per noi c’era Davide Maggiore: Le parole del Papa
e della Scrittura hanno scandito diversi momenti della Veglia di preghiera, che quest’anno
si è svolta in ore in cui, da varie parti del mondo, arrivano notizie di conflitti
dolorosi. Anche queste situazioni erano presenti alla mente dei ragazzi raccolti in
preghiera. Gaia è una di loro:
“Mi sembra quasi aleatorio, parlare di pace
in questo periodo. Vedendo queste cose, dici: ‘Sì, ma io cosa posso fare?’, perché
fondamentalmente, noi siamo quasi inermi. Però, quello è uno spirito in più per pensare
comunque a fare qualcosa …”.
Sentimenti simili sono quelli di Angelica:
“E’
difficile, oggi, essere operatore di pace, perché siamo circondati da una società
a cui non interessa. Ma anche nel nostro piccolo, noi cerchiamo comunque di fare il
possibile: per noi è importante quello che facciamo oggi, e speriamo che il nostro
messaggio arrivi agli altri”.
Nonostante le difficoltà, molti scelgono
dunque di seguire l’invito del Vangelo a essere “operatori di pace”, accompagnati
dalla certezza che i primi passi in questa direzione vanno compiuti proprio nella
quotidianità. Così è per Daniele:
“E’ importante testimoniare la pace, soprattutto
portarla agli altri, specialmente da cristiani. Noi portiamo e cerchiamo una pace
del cuore, la pace che – appunto – ci dona Cristo”.
Anche la preghiera,
per i ragazzi e le ragazze presenti alla Veglia, rappresenta un segno forte di impegno
per la pace, e un aiuto a chi vuole farsene portatore, come spiega Marco:
“Noi
crediamo anche nell’efficacia della preghiera, ma crediamo anche fermamente che dalla
preghiera nasca poi una cultura della pace, una sensibilità dei comportamenti e dei
nostri atteggiamenti di vita, che a partire dai nostri ambienti possono sicuramente
cambiare il corso degli eventi”.
Marco ricorda, in più, il valore dell’educazione,
che è centrale nel messaggio di Benedetto XVI:
“La continua formazione,
rivolta a tutte le generazioni, non solo ai giovani ma anche agli adulti e ai bambini,
in particolare, è uno degli aspetti più importanti perché alla pace bisogna essere
educati, bisogna essere formati sempre, per tutta la vita”.
Proprio per
quanto riguarda l’educazione alla pace, le parole di Benedetto XVI mettono l’accento
sul ruolo fondamentale della famiglia. Lo sottolinea Andrea Casavecchia, vicepresidente
per gli adulti dell’Azione Cattolica di Roma:
“Le famiglie educano alla
pace, anzitutto nella relazione tra moglie e marito, e poi con i figli cercano di
portarla avanti. E’ un’educazione continua, quotidiana, giorno per giorno”.
Anche
durante la veglia molti adulti hanno accompagnato la preghiera dei giovani con la
loro presenza. Spiega ancora Andrea Casavecchia:
“Per noi è importante vederci
a livello unitario: insieme, giovani e adulti, per cercare di far crescere un rapporto
tra le generazioni in modo che siano gli adulti, che dovrebbero avere un cammino di
fede più maturo, ad essere anche di sostegno per i giovani che crescono nella fede.
E i giovani, dare un esempio di entusiasmo che hanno in più”.