Siria: 60 mila morti dall'inizio del conflitto. L'Onu chiede l'intervento dell'Aja
Proseguono i combattimenti in Siria tra esercito e insorti: altre 100 vittime nelle
ultime 24 ore. Bombardati anche i quartieri cristiani di Damasco e Aleppo. Intanto,
l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, torna a chiedere l’intervento
della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi), per giudicare i crimini contro l’umanità
commessi in questa guerra civile. Richiesta questa che ha ricevuto dure critiche da
parte del governo siriano. Secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni Unite, si contano
complessivamente, dal marzo 2011, 60 mila morti, in media cinquemila al mese. Cecilia
Seppia ha chiesto l'opinione di padre Gonzalo Ruiz, vicario generale dell’Istituto
del Verbo Incarnato, che in Siria ha diverse missioni:
R. – In queste ultime
settimane, l’offensiva dell'esercito di Liberazione, ovvero dei ribelli è stata molto
forte. Anche l’accerchiamento di Aleppo, per esempio, dove si trovano molti dei nostri
missionari, si fa sempre più serrato, più duro, i bombardamenti più pesanti, anche
sulle zone cristiane della città. La gente è veramente molto delusa, anche se conserva
ancora la speranza di ricevere aiuto, che questa guerra sia fermata. Perché si potrebbe
davvero fermare la guerra con interventi più decisi.
D. – Difficile la situazione
dei cristiani, come diceva lei. I quartieri cristiani di Damasco e di Aleppo vengono
costantemente bombardati. E’ così?
R. – Sì, è così. Il più grande quartiere
cristiano di Aleppo è stato bombardato soltanto in questi ultimi giorni, quelle bombe
esplose tre giorni fa all’Università di Aleppo che confina proprio con il quartiere
cristiano… Ci sono molte, molte vittime tra i cristiani – sono stati colpiti i conventi
di religiosi e di religiose – e ci sono tanti, tanti feriti. Per due giorni, i nostri
sacerdoti non hanno fatto che assistere i feriti, dando l’unzione degli infermi, ascoltando
le confessioni e portando un po’ di conforto. Però, insomma, la situazione è molto
delicata anche per i cristiani che si sentono sempre meno protetti.
D. – Duramente
colpita tutta la popolazione civile. In particolare, ci arrivano notizie veramente
drammatiche per quanto riguarda i bambini: 30-40 bambini che muoiono ogni giorno sotto
le bombe…
R. – E’ vero che stanno colpendo i centri della vita della città.
Colpiscono i mercati, l’università, le scuole e lì è sempre pieno di gente e ci sono
anche tanti bambini. Per esempio, una delle bombe che tre giorni fa ha colpito Aleppo
è caduta proprio sulla rotatoria di accesso all’Università, in un orario in cui era
pieno di gente, di taxi, di bus, di pullman che portano gli studenti, e dunque ha
fatto una strage veramente impressionante che ha lasciato anche tanti orfani.
D.
– C’è anche l’emergenza profughi: che cosa si può fare per loro, per sostenerli? O
cosa state già facendo?
R. – Un altro problema grosso, adesso, è la mancanza
di gas e di riscaldamento. Questi giorni sono molto freddi e dunque la gente veramente
soffre molto il freddo e anche la fame. Noi stiamo cercando di aiutare i profughi
dei quali si dice che ad Aleppo siano quasi un milione. Tramite i nostri sacerdoti,
tramite il vescovo latino, mons. Giuseppe Nazzaro, abbiamo aperto un sito web in ci
si trova il modo di poter aiutare, che si chiama “SOS cristiani in Siria”. Lì ci sono
le notizie che danno i nostri Padri, le nostre suore, ma è indicato anche il modo
concreto per aiutare. Nel loro piccolo, sono riusciti ad aprire anche qualche piccola
possibilità di lavoro, perché c’è tanto da fare: riescono a dare un piccolo compenso
alle persone che hanno famiglie numerose, che sono rimaste senza lavoro, che veramente
patiscono la fame. Dunque, qualsiasi aiuto è benvenuto.