Pakistan: infarto in carcere per un cristiano condannato a morte per blasfemia
Younis Masih, cristiano pakistano, condannato a morte per blasfemia, in carcere da
oltre 7 anni, ha subìto un grave attacco cardiaco l'8 gennaio scorso e si trova in
serio pericolo di vita. Un gruppo di avvocati cristiani ha presentato istanza di ricorso
all’Alta Corte di Lahore, per avviare il processo di appello. Younis Masih è stato
condannato a morte nel 2007 da un tribunale di primo grado. Come riferiscono fonti
dell'agenzia Fides, il suo è uno dei numerosi casi di presunti blasfemi, condannati
a morte con giudizi sommari e processi alquanto superficiali o pilotati, come quello
che riguarda la cristiana Asia Bibi. Younis Masih aveva 27 anni quando fu arrestato
per supposta blasfemia il 10 settembre 2005. Una folla inferocita di 400 uomini, armati
di bastoni e mattoni, attaccarono e saccheggiarono le case del quartiere di Chungi
Amer Sidhu, a Lahore, dove Younis Masih viveva. Sua moglie, Meena, fu percossa violentemente,
e oltre 100 famiglie cristiane fuggirono dalla zona per salvarsi. Fu accusato di blasfemia
dopo un alterco con un vicino di casa musulmano a cui aveva chiesto di abbassare il
volume della musica che proveniva dalla sua abitazione. Younis è stato picchiato quasi
fino alla morte, poi le moschee della zona hanno iniziato a istigare i musulmani locali,
accusando Younis di aver pronunciato commenti sprezzanti nei confronti del Profeta
Maometto. La polizia, su pressione della folla, ha registrato una denuncia a suo carico
e lo ha arrestato. Dopo circa un anno e mezzo, il cristiano è stato condannato a morte
per blasfema da un tribunale di primo grado a Lahore, in un processo celebrato in
prigione, a porte chiuse, per motivi di sicurezza. Per mancanza di mezzi economici,
la famiglia non ha potuto presentare ricorso. Oggi se ne sta occupando l’Ong di ispirazione
cristiana “Lead” (“Legal Evangelical Association Development”), che si dedica alla
promozione sociale e all’aiuto dei cristiani in Pakistan. (R.P.)