Myanmar: appello dei leader cristiani per la fine degli scontri nel Kachin
Di fronte al nuovo intensificarsi del conflitto armato tra le forze governative e
i separatisti dell’Esercito per l’indipendenza del Kachin, in corso nel nord del Myanmar
al confine con la Cina da ormai un anno e mezzo, le Chiese cristiane birmane hanno
rivolto un pressante appello per la pace. In una nota congiunta il presidente della
Conferenza episcopale birmana, mons. John Hsane Hgyi, e il presidente del Consiglio
delle Chiese del Myanmar (MCC), il pastore protestante Yin Yin Maw, chiedono la fine
scontri sul terreno e dei bombardamenti aerei governativi per permettere l’accesso
nella regione di osservatori internazionali. “La pace è possibile - sottolinea la
nota, citata dall’agenzia Ucan. Tutte le parti coinvolte dovrebbero ritornare al tavolo
dei negoziati, se necessario, anche con l’aiuto di facilitatori neutrali”. L’intervento
dei leader cristiani birmani interviene dopo un mese di intensi combattimenti che
hanno causato finora più di 100.000 sfollati. Un intervento giudicato da alcuni tardivo,
ma che il segretario generale del Mcc Shwe Lin giustifica con la necessità di fare
arrivare ai belligeranti un messaggio ponderato al momento opportuno. La guerra nello
Stato di Kachin continua nonostante le aperture avviate dal regime militare birmano
dopo decenni di dittatura. Un anno fa a suscitare qualche speranza era stata anche
la firma di un accordo di pace tra l’esecutivo e un altro gruppo ribelle, attivo nelle
regioni meridionali abitate in prevalenza dall’etnia Karen. (L.Z.)