2013-01-19 09:15:25

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


Nella seconda Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo delle nozze di Cana. Durante la festa viene a mancare il vino e Maria invita Gesù a intervenire. L’acqua è cambiata in vino. Il maestro di tavola, sorpreso, dice allo sposo:

«Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Comincia il tempo ordinario: per ora quattro domeniche, che verranno interrotte con l’arrivo della Quaresima. Si apre lo scenario della vita pubblica di Gesù, ora predicatore itinerante, con la sua partecipazione alle nozze di Cana. L’attenzione non è focalizzata sugli sposi, ma su Gesù: a lui si rivolge la madre per segnalare il rischio di una festa rovinata. Ai servi parla due volte Gesù, trovando pronta obbedienza, per un’azione all’apparenza assurda e ridicola. Con un’arte speciale scrive Giovanni: nella metafora sponsale, nelle sei anfore di pietra vuote che traboccheranno di vino buono, nella gioia del capotavola un po’ brillo, nell’invito della Madre ad eseguire quanto viene detto, nell’obbedienza dei servi alla Parola, ci sono segni di un cambio di paradigma. L’antica alleanza e le sue risorse sono incapaci di donare gioia di vita: ma se lo sposo definitivo si siede a tavola e si fa carico della nostra debolezza, tutto cambia. Il primo miracolo Gesù l’ha fatto perché la gioia, la nostra gioia di vita, continui, non si interrompa. È questo il primo segno, e la fede scintilla: una fede che si unisce all’amore, una gioia che è grazia e rivelazione. Che Cristo trasformi la fatica in gioia, il servizio in vino buono, il timore in allegria.







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