Mons. Mondello, (Reggio Calabria), "la Chiesa tolga ai mafiosi le feste patronali"
S.E. mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova e Presidente
della Conferenza Episcopale Calabra Arriviamo a
Roma per questa nuova 'visita ad limina' con l'atteggiamento gioioso, fiducioso, di
figli che hanno il desiderio di incontrare il padre, per avere da lui una parola di
conforto per il cammino delle singole chiese calabresi. Tra le tante urgenze della
nostra regione ecclesiastica, quella che più ci preoccupa, è la situazione di un certo
'indifferentismo religioso' o, comunque, di una religiosità che non ha un solido fondamento
ed esprime perciò una fede abitudinaria. Una fede che spinge magari i credenti a partecipare
alle grandi manifestazioni religiose di massa, ma non incide nella vita quotidiana.
Dobbiamo aiutare i fedeli a maturare una fede adulta per essere cristiani credibili.
Un altro aspetto, a questo correlato, che riguarda le chiese del Sud, è il problema
delle feste religiose che, a volte, sono organizzate da persone della mafia, impedendo
alla comunità cristiana di viverle in modo adeguato. Deve essere l'intera comunità
parrocchiale e il suo Consiglio pastorale a programmare e a gestire le feste patronali
e le processioni, senza affidare questi compiti a comitati esterni. Per
quanto riguarda il nostro impegno per contrastare la 'Ndrangheta come forma di peccato,
debbo dire che c'è molta disinformazione. Molti ignorano i nostri sforzi o pensano
che dobbiamo sostituirci alla magistratura o alla polizia. Il nostro compito è essere
segno dell'amore di Dio per l'umanità e segno di salvezza. Nostro compito perciò e
innanzitutto aiutare i mafiosi a convertirsi, magari allontanandoli dalla chiesa se
questo non avviene. Una mentalità mafiosa non si cambia solo arrestando e punendo,
ma è necessario soprattutto educare la gente a formarsi con una mentalità 'non mafiosa'.
Educare i bambini a non avere i boss-mafiosi come modelli, a non considerarli uomini
di onore ma uomini di disonore.
Sono cominciate da alcuni giorni
le visite 'ad limina' dei vescovi italiani. Dopo i vescovi della diocesi di Roma,
quelli dell'Abruzzo, del Molise e della Basilicata, giungono in Vaticano, dal 21 al
24 gennaio, per incontrare il Papa e altri rappresentanti della Curia, i vescovi della
regione Calabria. (Intervista di Fabio Colagrande)