400 mila nuovi rifugiati, in fuga dai combattimenti in Mali, sono attesi nei Paesi
limitrofi nei prossimi mesi. La drammatica stima è dell’alto commissariato Onu per
i rifugiati che parla anche di 300 mila nuovi sfollati all’interno del Paese. Da lunedì
scorso, Msf è in contatto con le autorità civili e militari del Mali, così come con
l’esercito e il governo francese, al fine di ottenere l’autorizzazione per mandare
équipe mediche a Konna. Ad oggi, l’esercito maliano tiene chiuso l’accesso stradale
a questa città, nel centro del Paese. “Nonostante le nostre ripetute richieste – dichiara
Malik Allaouna, direttore delle operazioni di Msf – le autorità continuano a negarci
il permesso di accedere all’area di Konna”. “E’ fondamentale che venga garantita assistenza
medico-umanitaria neutrale nelle zone dei combattimenti. Chiediamo a tutte le parti
coinvolte nel conflitto di rispettare la popolazione civile e il lavoro delle organizzazioni
umanitarie”. “Ma da quando le forze maliane e francesi hanno cominciato la loro offensiva,
non siamo stati in grado di attraversare le linee del fronte, nonostante la nostra
neutralità. Intere regioni adesso sono completamente tagliate fuori da ogni aiuto”.
Msf, comunque, sta ancora lavorando nelle aree di Mopti, Timbuktu e Gao. A Douentza,
dove le équipe dell’organizzazione umanitaria sono rimaste bloccate per alcuni giorni
e senza la possibilità di ricevere nuovi rifornimenti, i pazienti hanno ricominciato
a recarsi al centro di salute. (A.L.)