Congo: dubbi sul cessate il fuoco unilaterale annunciato dall’M23
L’8 gennaio, l’M23, il movimento armato protagonista di una guerra nel Nord Kivu,
ad est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) ha annunciato un cessate il fuoco
unilaterale, nel corso delle trattative con il governo di Kinshasa, che si tengono
in Uganda. “Perché questo cambiamento repentino da parte dell’M23?” si chiede una
nota inviata all’agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo. Secondo la Rete “Due
ipotesi sembrano probabili. O l’M23 ha parzialmente ceduto di fronte alla pressione
esercitata su di esso da parte della comunità internazionale (vedi le ultime sanzioni
del Consiglio di Sicurezza dell’Onu nei confronti di alcuni suoi dirigenti) o è Kinshasa
che ha ceduto a certe richieste dell’M23. Alcune fonti fanno capire che la grande
concessione che il governo ha fatto all’M23 sarebbe la promessa di dirigere, entro
breve tempo, la Banca Centrale del Congo (Bcc)”. “Nel caso in cui tali informazioni
fossero confermate, gli alleati dell’M23, cioè il Rwanda e l’Uganda, potrebbero avere
pieno accesso ad uno dei principali simboli della sovranità della Rdc: la banca. Avendo
il controllo sulla Bcc, potranno influire sul funzionamento dello Stato e spingere
il governo a cedere continuamente di fronte alle loro richieste. In tal caso, il trasferimento
di valute liquide dalla Bcc a qualsiasi banca di Kigali e di Kampala potrebbe effettuarsi
con tutta facilità. Così ciò che perderanno con il tramonto del saccheggio delle risorse
naturali, se lo riprenderanno attingendo al tesoro pubblico congolese. Secondo l’opinione
di alcuni specialisti dei Grandi Laghi, si tratterrebbe di una delle ultime operazioni
per completare la realizzazione del progetto di frammentazione della Rdc” conclude
la nota. (R.P.)