Tensione in Pakistan dopo il mandato d'arresto contro il premier Ashraf
Il Pakistan nel caos dopo il mandato d’arresto emesso dalla Corte Suprema nei confronti
del primo ministro, Raja Pervez Ashraf, con l’accusa di aver intascato tangenti ai
tempi in cui ricopriva la carica di ministro dell’Economia. Sulle conseguenze interne
e internazionali di un eventuale caduta del governo di Islamabad, Giancarlo La
Vella ha intervistato Elisa Giunchi, docente di Storia e Istituzioni dei
Paesi islamici all’Università di Milano:
R. – Anche in
presenza delle eventuali dimissioni di Ashraf, comunque il governo potrebbe rimanere
in carica fino alla fine del suo mandato e si potrebbe quindi arrivare fino alle elezioni.
Ma la grande instabilità, quello che sta accadendo ci ricordano quali siano le insoddisfazioni
nel Paese, le insoddisfazioni della classe media verso un governo percepito come corrotto,
inefficiente, distante dai bisogni reali della gente e soprattutto, l’ostilità da
parte dell’uomo comune che vive una situazione di grandissima difficoltà economica,
di instabilità politica.
D. – Il Pakistan è sempre stato un’area strategica
per il terrorismo internazionale. Una crisi istituzionale, anche nel caso in cui dovesse
coinvolgere ad esempio il presidente Ali Zardari, può dare più spazio a gruppi eversivi,
primo tra tutti al Qaeda?
R. – Io credo che la crisi sarà contenuta: solo l’anno
scorso la Corte Suprema aveva costretto alle dimissioni il premier precedente, Gilani,
che si era rifiutato di aprire un’inchiesta per corruzione relativa a Zardari, senza
che il governo crollasse. Il Paese rimane in uno stato di quasi-implosione … ma non
credo che sia questo evento che possa far precipitare la situazione nel Paese. Questa
crisi è vista con particolare preoccupazione da Washington proprio perché al Qaeda
continua ad operare nel Nord-Ovest del Paese, in Kashmir e in Afghanistan, con una
qualche forma di connivenza da parte dei settori dell’esercito e dei servizi segreti
pakistani. Certo, da più parti si è detto che dietro all’ordine di arresto della Corte
Suprema potrebbero esserci le forze armate che sarebbero interessate a governare da
dietro le quinte e quindi ad evitare che il Partito popolare pakistano, attualmente
al governo, cerchi di erodere il potere delle forze armate, in particolare il controllo
che le forze armate esercitano tuttora su due settori vitali, che sono quello della
politica regionale, in particolare nei confronti dell’Afghanistan e del nucleare.
E quindi, il timore è che se le forze armate riuscissero non ad andare al potere direttamente,
perché probabilmente non lo vogliono fare, ma anche solo a controllare un governo
provvisorio di tecnocrati o di gruppi affiliati ad al Qaeda o simpatizzanti per al
Qaeda, possano consolidare la propria presenza e la propria attività nel Nordovest
del Paese.