Slovenia. Replica dei vescovi alle organizzazioni culturali: distorcono immagine della
Chiesa
Una “lettera di forti contenuti ideologici, scritta in modo tendenzioso” che “distorce
l’immagine della democrazia nella Repubblica di Slovenia, come anche il ruolo della
Chiesa cattolica e le sue prese di posizione circa le questioni sociali”. Con una
ferma presa di posizione la Conferenza episcopale slovena (Ces) ha respinto martedì
scorso quanto affermato dalla Coordinazione delle organizzazioni culturali slovene
che, con l’Associazione degli scrittori sloveni e alcune organizzazioni culturali,
ha indirizzato il 3 gennaio scorso una lettera aperta al pubblico internazionale in
cui, “prendendo come argomento le misure di risparmio attuate dal Governo, cercano
di diffamare il Governo sloveno e la Chiesa cattolica”. In particolare - riporta l'agenzia
Sir - le associazioni accusano l’attuale Governo di sostenere le scuole private a
scapito di quelle pubbliche e che “la difficile situazione nel Paese è dovuta anche
alla corruzione economica presente nella Chiesa, nonché al suo coinvolgimento in politica”.
La replica della Ces non si è fatta attendere: “La Ces - si legge in una nota firmata
dal suo presidente, nonché arcivescovo metropolita di Ljubljana, mons. Anton Stres
- respinge decisamente tali insinuazioni sul suo coinvolgimento in politica. Circa
gli avvenimenti che succedono nella società, i vescovi prendono le posizioni conformi
ai modi della dottrina sociale della Chiesa e alla sua missione in campo etico e sociale,
conforme al ruolo che le spetta nella società”. Sul sostegno alle scuole private i
vescovi ricordano che “la Chiesa in Slovenia ha quattro scuole medie superiori (l’equivalente
del 2% della popolazione degli studenti) e una scuola elementare (il 0,08% della popolazione
dei bambini). In questa sede ribadiamo che le misure di austerità adottate dal Governo
toccano in eguale maniera le scuole pubbliche e private e sono proprio quest’ultime
a essere ulteriormente depenalizzate, dato che vengono supportate materialmente in
modo minore a quelle pubbliche”. Per la Ces le affermazioni contenute nella lettera
aperta delle organizzazioni culturali “non sono conformi alla verità e inducono in
errore sia l’opinione pubblica nazionale che quella estera e, per questo motivo, il
vertice della Chiesa si dissocia decisamente da tali affermazioni”. (R.P.)