Siria: cristiani tra due fuochi e a rischio estinzione
Cristiani tra due fuochi e a rischio estinzione in Siria, dove si sta verificando
quanto già avvenuto in Iraq. È un panorama a tinte fosche quello che il parroco della
chiesa siro-ortodossa di Betlemme, padre Butros Nimeh, descrive all'agenzia Sir riportando
le notizie che giungono dai suoi confratelli che ancora restano nel Paese di Bashar
al-Assad. “Le notizie - dice - che arrivano dalla Siria sono brutte. Il popolo soffre,
i cristiani locali soffrono non solo per la guerra ma anche per la loro fede. Sta
accadendo la stessa cosa di altri Paesi arabi dove vediamo i fondamentalisti islamici
fronteggiare e sconfiggere con la forza i governi locali”. Per il parroco “si tratta
di un conflitto economico e politico dai connotati religiosi. La religione viene usata
come detonatore di tensioni e di violenza. Guardiamo cosa è accaduto in Iraq negli
ultimi venti anni. In queste due decadi oltre un milione di cristiani hanno lasciato
quel Paese. La stessa cosa, adesso, si sta verificando in Siria. Siamo tra due fuochi”.
I fuochi sono gli sciiti e i sunniti che, per padre Nimeh, “fanno capo a Iran e Arabia
saudita”. Invece “i cristiani sono contrari alla guerra. Vogliamo che si depongano
le armi e si dialoghi per il bene del Paese”. Purtroppo il rischio è che “con un governo
saldamente in mano ai fondamentalisti islamici non ci sarà libertà e libertà religiosa
in particolare. E a preoccuparsi non sono solo i cristiani ma anche tutti quei fedeli
siriani musulmani moderati e aperti al dialogo e alla tolleranza”. (R.P.)