Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro: adolescenti in balia di web e cellulari. Adulti
assenti
Bambini e ragazzi sempre più immersi nella Rete, alle prese con cellulari e smathphone,
ma anche con le lusinghe del gioco d’azzardo. Presentato ieri a Roma il Rapporto 2012
sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, curato da Eurispes e Telefono Azzurro,
focalizzato quest’anno sull’impatto dei nuovi media nelle scelte e nei comportamenti,
di vita dei giovanissimi in famiglia, a scuola, nella società. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Un adolescente
su quattro, tra i 12 e i 18 anni, ha ricevuto sms, mms e video a sfondo sessuale.
Lo chiamano "sexting", va di moda. Un dato più che raddoppiato in un anno e al 30%
dei ragazzini ha fatto piacere farlo, un altro 30% lo ha trovato divertente. Un adolescente
su quattro ha inoltre subito episodi on line di cyber-bullismo: foto imbarazzanti,
video spiacevoli, pettegolezzi e falsità. E se nella Rete c’è di tutto, è un luogo
comune, oltre il 30% di bambini e ragazzi vi cerca immagini pornografiche, un altro
30% corpi palestrati, ma anche inneggiamenti alla violenza e all’odio razziale (13,1%)
e al compimento di altri reati (12,1%) e perfino informazioni su anoressia (9,9%)
e suicidio (4,9%). E poi c’è la dipendenza dal web: il 70% dichiara di averla provata
almeno una volta. Del resto, il 16% vi naviga per oltre 4 ore al giorno, il 22,8%
da due a 4 ore. E poi c’è il cellulare: altre 4 ore e più di consumo quotidiano per
il 40% degli adolescenti, mentre la Tv il 20% la guarda da 2 a 4 ore al giorno. L’infanzia
tentata anche dal gioco d’azzardo: un bambino su quattro, tra 7 e gli 11 anni gioca
on line, alle lotterie, al gratta e vinci, al bingo, alle slot machine e perfino al
videopoker. Gli adolescenti giocano molto anche nelle sale giochi e sul web prediligono
le scommesse sportive. Genitori e adulti quasi sempre assenti, solo pochissimi mettono
filtri alla rete, controllano, conoscono le password dei ragazzi. Ernesto Caffo,
neuropsichiatra infantile, presidente e fondatore di Telefono Azzurro:
R. –
Questo Rapporto ci dà una lettura dei problemi che stanno emergendo sempre di più.
Da una parte, è la presenza crescente dei ragazzi nella rete, che sovente li portaauna vita quotidiana di collettività con i coetanei, talvolta vissuta
in modo compulsivo. Dall’altra parte, sono i fenomeni come il gioco d’azzardo – che
entra nella rete, spesso senza controllo – con tutti i rischiche questo può
comportare e molte volte questi ragazzi, anzi quasi sempre, svolgono attività, anche
talvolta improprie nella Rete, da soli, senza un accompagnamento degli adulti e senza
una scuola attenta a prepararli a questo rapporto con il mondo virtuale.
D.
– Dove sono gli adulti, dove sono i genitori nella vita di questi nostri ragazzi?
Mi chiedo anche dov’è lo Stato, nel caso del gioco d’azzardo?
R. – Diciamo
che, l’infanzia molte volte non è presente nelle politiche dello Stato e d’altra parte,
spesso, la famiglia si sente inadeguata di fronte all’ingresso dei ragazzi nel mondo
delle nuove tecnologie. Sono impreparate e vedono, molte volte, la Rete come qualcosa
che non appartiene a loro. I ragazzi, ad esempio, affrontano la violenza tra coetanei
fra di loro, e i problemi legati a tutta quella serie di situazioni improprie, anche
di adescamento – che avvengono nella rete – talvolta, vengono segnalati dai ragazzi
direttamente agli organi di Polizia. E la scuola, in tutto questo percorso, pur avendo
oggi tante tecnologie a disposizione purtroppo non sa usarle in modo pieno, perché
gli insegnanti non sono ancora preparati a questo tipo di sfida.
D. – Dott.
Caffo, annualmente escono questi rapporti con tante osservazioni critiche, che poi
scompaiono dai giornali nel giro di qualche giorno. Forse, proprio i media dovrebbero
prendersi carico di responsabilizzare i genitori e gli adulti per tutto l’anno…
R.
– E’ necessario che ci sia una forte attenzione del mondo della comunicazione per
il futuro dei nostri ragazzi, anche perché, ad esempio in questa fase elettorale si
parla di tante cose, ma non si parla mai di nuove generazioni, non si parla mai dello
sviluppo delle capacità dei nostri giovani, che poi saranno coloro che guideranno
il Paese nel futuro. E come se i bambini attirassero la cronaca soltanto quando qualcosa
di drammatico li coinvolge. Credo che dobbiamo far sì invece che stabilmente ci sia
una riflessione su questo versante. Credo che gli sforzi del mondo associativo, della
società civile, debbano in qualche modo unirsi a quello dei media, perché questi elementi
formativi possano stimolare gli adulti ad avere maggior impegno per la tutela dei
bambini.