2013-01-16 15:06:48

Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro: adolescenti in balia di web e cellulari. Adulti assenti


Bambini e ragazzi sempre più immersi nella Rete, alle prese con cellulari e smathphone, ma anche con le lusinghe del gioco d’azzardo. Presentato ieri a Roma il Rapporto 2012 sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, curato da Eurispes e Telefono Azzurro, focalizzato quest’anno sull’impatto dei nuovi media nelle scelte e nei comportamenti, di vita dei giovanissimi in famiglia, a scuola, nella società. Il servizio di Roberta Gisotti: RealAudioMP3

Un adolescente su quattro, tra i 12 e i 18 anni, ha ricevuto sms, mms e video a sfondo sessuale. Lo chiamano "sexting", va di moda. Un dato più che raddoppiato in un anno e al 30% dei ragazzini ha fatto piacere farlo, un altro 30% lo ha trovato divertente. Un adolescente su quattro ha inoltre subito episodi on line di cyber-bullismo: foto imbarazzanti, video spiacevoli, pettegolezzi e falsità. E se nella Rete c’è di tutto, è un luogo comune, oltre il 30% di bambini e ragazzi vi cerca immagini pornografiche, un altro 30% corpi palestrati, ma anche inneggiamenti alla violenza e all’odio razziale (13,1%) e al compimento di altri reati (12,1%) e perfino informazioni su anoressia (9,9%) e suicidio (4,9%). E poi c’è la dipendenza dal web: il 70% dichiara di averla provata almeno una volta. Del resto, il 16% vi naviga per oltre 4 ore al giorno, il 22,8% da due a 4 ore. E poi c’è il cellulare: altre 4 ore e più di consumo quotidiano per il 40% degli adolescenti, mentre la Tv il 20% la guarda da 2 a 4 ore al giorno. L’infanzia tentata anche dal gioco d’azzardo: un bambino su quattro, tra 7 e gli 11 anni gioca on line, alle lotterie, al gratta e vinci, al bingo, alle slot machine e perfino al videopoker. Gli adolescenti giocano molto anche nelle sale giochi e sul web prediligono le scommesse sportive. Genitori e adulti quasi sempre assenti, solo pochissimi mettono filtri alla rete, controllano, conoscono le password dei ragazzi. Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile, presidente e fondatore di Telefono Azzurro:

R. – Questo Rapporto ci dà una lettura dei problemi che stanno emergendo sempre di più. Da una parte, è la presenza crescente dei ragazzi nella rete, che sovente li porta a una vita quotidiana di collettività con i coetanei, talvolta vissuta in modo compulsivo. Dall’altra parte, sono i fenomeni come il gioco d’azzardo – che entra nella rete, spesso senza controllo – con tutti i rischi che questo può comportare e molte volte questi ragazzi, anzi quasi sempre, svolgono attività, anche talvolta improprie nella Rete, da soli, senza un accompagnamento degli adulti e senza una scuola attenta a prepararli a questo rapporto con il mondo virtuale.

D. – Dove sono gli adulti, dove sono i genitori nella vita di questi nostri ragazzi? Mi chiedo anche dov’è lo Stato, nel caso del gioco d’azzardo?

R. – Diciamo che, l’infanzia molte volte non è presente nelle politiche dello Stato e d’altra parte, spesso, la famiglia si sente inadeguata di fronte all’ingresso dei ragazzi nel mondo delle nuove tecnologie. Sono impreparate e vedono, molte volte, la Rete come qualcosa che non appartiene a loro. I ragazzi, ad esempio, affrontano la violenza tra coetanei fra di loro, e i problemi legati a tutta quella serie di situazioni improprie, anche di adescamento – che avvengono nella rete – talvolta, vengono segnalati dai ragazzi direttamente agli organi di Polizia. E la scuola, in tutto questo percorso, pur avendo oggi tante tecnologie a disposizione purtroppo non sa usarle in modo pieno, perché gli insegnanti non sono ancora preparati a questo tipo di sfida.

D. – Dott. Caffo, annualmente escono questi rapporti con tante osservazioni critiche, che poi scompaiono dai giornali nel giro di qualche giorno. Forse, proprio i media dovrebbero prendersi carico di responsabilizzare i genitori e gli adulti per tutto l’anno…

R. – E’ necessario che ci sia una forte attenzione del mondo della comunicazione per il futuro dei nostri ragazzi, anche perché, ad esempio in questa fase elettorale si parla di tante cose, ma non si parla mai di nuove generazioni, non si parla mai dello sviluppo delle capacità dei nostri giovani, che poi saranno coloro che guideranno il Paese nel futuro. E come se i bambini attirassero la cronaca soltanto quando qualcosa di drammatico li coinvolge. Credo che dobbiamo far sì invece che stabilmente ci sia una riflessione su questo versante. Credo che gli sforzi del mondo associativo, della società civile, debbano in qualche modo unirsi a quello dei media, perché questi elementi formativi possano stimolare gli adulti ad avere maggior impegno per la tutela dei bambini.

Ultimo aggiornamento: 17 gennaio







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