Lanciata a Roma la Campagna di Libera contro la corruzione
La sottoscrizione da parte di tutti i candidati alle prossime elezioni politiche,
di cinque impegni stringenti contro la corruzione, una delle cause principali in Italia
della disoccupazione, della crisi economica, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali.
E’ l'obiettivo di “Senza corruzione. Riparte il Futuro”, la campagna lanciata ieri
a Roma dall’Associazione Libera e dal Gruppo Abele. Secondo gli organizzatori, questo
è il momento di far valere il diritto di ogni cittadino a conoscere chi andrà in parlamento
e a chiedere, a quello che sarà il nuovo governo, un impegno più efficace nella lotta
a ogni tipo di corruzione. Adriana Masotti ne ha parlato con Francesca Rispoli,
coordinatrice nazionale di Libera:
R. – La corruzione
incide moltissimo. C’è un dato che viene divulgato spesso, che ci parla di 60 miliardi
di euro persi l’anno, che vuol dire mille euro per ogni cittadino. In realtà, noi
sappiamo che questo dato è sottostimato e che sono molti di più, purtroppo, i miliardi
di euro che si perdono in corruzione, perché oltre a quelli che vengono spesi per
le tangenti – e quindi proprio per la parte "concreta" della corruzione – vi sono
tutti quelli che non vengono guadagnati perché la corruzione blocca il Pil.
D.
– La vostra campagna prevede cinque impegni che dovrebbero essere sottoscritti da
chi vuole rappresentarci. Quali sono?
R. – Il primo impegno è quello di pubblicare
il proprio curriculum vitae, evidenziando quindi anche la storia personale
del candidato. Il secondo, è pubblicare la storia di eventuali precedenti penali e
processuali. Ancora, l’impegno a pubblicare la propria situazione reddituale e patrimoniale,
quindi per la trasparenza massima anche dei redditi, e poi rendere noti eventuali
conflitti d’interesse. Da ultimo, l’impegno concreto che chiediamo è di rendere attiva,
nei primi cento giorni di governo, la modifica dell’articolo 416 ter. L’articolo è
quello relativo al voto di scambio: oggi prevede che possa essere colpito e sanzionato
soltanto il voto di scambio che venga effettuato tramite passaggio di denaro, mentre
invece noi chiediamo che possa essere prevista anche la dicitura “altra utilità”.
Siccome molto spesso i voti vengono venduti per appalti, per posti di lavoro, ecc…,
questo è quanto dovrebbe prevedere la legge per poter colpire con maggiore precisione
il voto di scambio.
D. – In pratica, questa campagna come funziona? Voi vi
rivolgete direttamente ai candidati o agli elettori?
R. – Noi ci rivolgiamo
a tutti: ci rivolgiamo alla cittadinanza e in questa fase anche ai candidati. E’ importante
dire ai candidati che ci sono tanti cittadini che hanno l’attenzione molto alta su
questo tema, quindi il fatto di sottoscrivere la piattaforma da parte dei cittadini
– e abbiamo già raccolto oltre cinquemila firme appena è partita la petizione – farà
anche da strumento di pressione nei riguardi dei candidati: cioè, farà capire loro
che il tema della corruzione sta a cuore a tantissimi cittadini.
D. - E’ una
raccolta che avviene tramite Internet?
R. – Si, esatto, attraverso la piattaforma
“riparteilfuturo.it” su cui si possono trovare anche i primi firmatari e alcuni testimonial
d’eccellenza che vogliono incarnare il senso della lotta contro la corruzione: dal
mondo della letteratura a quello dell’arte a quello della musica.
D. – Un impegno,
immagino, che non si fermerà a elezioni fatte ma andrà oltre…
R. – Sicuramente.
La legge approvata a novembre, la legge 190, purtroppo è una legge "monca", nel senso
che non colpisce appieno questo fenomeno per cui sicuramente la modifica, quello del
416 ter, è solamente una prima tessera di un mosaico più complesso, di quelle tante
modifiche necessarie per riuscire a combattere la corruzione e quindi l’autoriciclaggio,
il conflitto di interessi, lo scudo fiscale, evasione fiscale… Sono purtroppo molti
i fenomeni che ci parlano di corruzione e di sottrazione di ricchezza al nostro Paese. Ultimo
aggiornamento: 17 gennaio