Vietnam: la diaspora chiede libertà per i giovani cattolici ingiustamente condannati
Rilasciare immediatamente i giovani cattolici e protestanti ingiustamente arrestati
e processati; porre fine alla persecuzione contro la Chiesa cattolica e le altre religioni;
rispettare e garantire la sicurezza dei luoghi di culto di tutte le religioni; rispettare
le leggi promulgate dal governo; rispettare totalmente i diritti di libertà religiosa
e di parola affermati dalla Carta delle Nazioni Unite. Queste le richieste centrali
della protesta elevata a Melbourne, in Australia, dalla Federazioni dei media cattolici
vietnamiti - riferisce l'agtenzia AsiaNews - all'indomani del processo che ha visto
14 attivisti accusati di "sovversione" contro lo Stato e condannati a pene fino a
13 anni di prigione dal Tribunale del popolo di Nghe An, nel Vietnam centrale. "Questi
arresti - afferma il documento - contraddicono sia le norme internazionali che la
Costituzione e leggi del Vietnam". La Federazione dei media cattolici vietnamiti sottolinea
come "numerose organizzazioni internazionali hanno inviato petizioni, comprese Human
Rights Watch, la Southeast Asian Press Alliance, Protection group for the press-east
Asia, Vietnam Human Rights League, Centre for the Vietnamese writers in exile, la
Association of Catholic in Action to Abolish Torture, la Media Legal Defence Initiative,
e la Electronic Frontier Foundation". "Tutti hanno chiesto l'immediato rilascio delle
14 persone che hanno confermato di essere attivisti sociali e il ritiro di tutte le
accuse nei loro confronti. Le petizioni affermano che 'Queste persone stanno semplicemente
esercitando i loro diritti di libertà di pensiero, parola, riunione e associazione
garantiti dalle norme internazionali". La Federazione attira poi l'attenzione sulla
Lettera dell'arcivescovo di Hanoi, mons. Peter Nguyen Van Nhon al Primo ministro vietnamita
Nguyễn Tấn Dũng per protestare contro il tentativo delle autorità di impossessarsi
del convento delle carmelitane. "L'arcivescovo di Hanoi dichiara che la Chiesa non
ha mai 'trasferito' o 'donato' al governo alcuno dei suoi 95 beni attualmente utilizzati
dalle autorità". Il documento, infine, parla di "tentativi in corso da parte del governo
comunista vietnamita di limitare la libertà religiosa con un decreto entrato in vigore
all'inizio di quest'anno. Esso fornisce al governo "strumenti per rafforzare il suo
controllo sulle religioni. Questo segna un'epoca difficile per tutte le religioni",
"un passo indietro per l'attuazione della politica in materia di libertà religiosa".
In conclusione, affermata la propria "comunione" con la Chiesa in patria, la Federazioni
dei media cattolici vietnamiti chiede a "congressi, governi, parti politiche di tutte
le nazioni, organizzazioni per i diritti umani, Amnesty International, organizzazioni
che si occupano della libertà e dei diritti umani in Vietnam" di "essere uniti a noi
in questa lotta per i diritti umani e la libertà religiosa in Vietnam". (R.P.)