2013-01-15 15:30:30

Usa a rischio "default". Fitch minaccia di tagliare il rating


Stati Uniti a rischio default tra poche settimane, a causa del mancato innalzamento del tetto del debito. E’ intervenuto il presidente Obama, il capo della Fed Bernanke e successivamente è giunta la dura presa di posizione di una delle più importanti agenzie di rating, che minaccia il taglio della "tripla A" per la più importante economia del pianeta. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

"In caso di fallimento della trattativa sull'aumento del debito degli Stati Uniti", l’agenzia Fitch “avvierà un esame formale del rating” del Paese, con un possibile taglio della tripla A. L’annuncio arriva come una doccia fredda, a poche ore da una conferenza stampa – l’ultima del suo primo mandato – in cui Obama ha bacchettato i repubblicani, sottolineando che “il Congresso dovrà autorizzare l'innalzamento del tetto del debito, altrimenti le conseguenze saranno disastrose, per l'economia e sui mercati”. Quello del capo della Casa Bianca è stato un vero e proprio monito per gli avversari politici, accusati di “tenere in ostaggio un intero Paese”. Il debito ha già sforato il limite legale dei 16.400 miliardi di dollari e le risorse disponibili coprirebbero le spese dello Stato solo fino alla fine di febbraio. Dopo di che, ci sarebbe il baratro, quello vero, che porterebbe la prima economia del pianeta in recessione, con un effetto domino dalle conseguenze disastrose per tutti i cinque continenti. Nelle stesse ore, pure il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha lanciato un appello al Congresso perché agisca davvero in fretta.

"O il Congresso autorizzerà l'innalzamento del tetto del debito o le conseguenze saranno disastrose, per l'economia e sui mercati". E’ chiaro, insomma, Barack Obama nel lanciare l’allarme default. Ma quali sono i pericoli che gli Usa stanno effettivamente correndo? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Stefano Manzocchi, docente di Economia Internazionale presso l’Università Luiss di Roma:RealAudioMP3

R. – Il pericolo è quello di un blocco pressoché assoluto da inizio marzo dei pagamenti della pubblica amministrazione americana: stipendi, forniture, dalla difesa alla pubblica amministrazione, welfare, pensioni e quant’altro. Questo riporterebbe la crisi finanziaria alla recessione nel giro di poco tempo.

D. – Tra l’altro, Fitch ha minacciato il taglio della tripla A per l’economia stelle e strisce. Conta davvero così tanto la posizione delle agenzie di rating in questo momento?

R. – Io non credo che conti tantissimo, nel senso che è vero che gli Stati Uniti sono sotto esame perché hanno una dinamica elevata di lungo e di medio termine del debito. Il problema in questo momento, però, è proprio scongiurare nel brevissimo periodo il rischio di un blocco dell’economia. Il taglio del rating e l’aggiustamento del debito, con il giusto mix di imposte e di riduzione di spesa, è quello che riporterà l’America a posto nel tempo. Credo che Obama si sia dato questi quattro anni per rimettere il debito in una situazione migliore, ma adesso bisogna evitare questo pericolo enorme.

D. – Obama apre il suo secondo mandato con la mannaia della crisi. Non crede sia stata un po’ dimenticata durante la campagna elettorale?

R. - E’ stata dimenticata perché Obama aveva tutto l’interesse a sottolineare i vantaggi e anche i successi della sua amministrazione. Il problema vero, come sappiamo, è nel partito repubblicano, dove una nuova classe dirigente, soprattutto alla Camera dei deputati, sta usando questa battaglia non solo contro il presidente ma, se vogliamo, contro i vecchi signori del partito repubblicano. E’ come se nel partito ci fosse una generazione di "rottamatori" che sta usando questa battaglia per far fuori i vecchi leader. Il problema è che per fare questo il rischio è di mettere davvero in pericolo l'attuale momento dell’economia americana, dove qualche segnale di ripresa si stava cominciando a vedere.

D. - E si metterebbe in pericolo anche l’economia mondiale, visto che l’Europa guarda con preoccupazione a quanto sta succedendo a Washington. Quali conseguenze si avrebbero sui mercati del Vecchio continente?

R. – Le conseguenze, naturalmente, sarebbero mondiali. I primi, ad esempio, a essere scandalizzati e senz’altro molto disturbati da questa vicenda sono i cinesi, che in cassaforte hanno un terzo del debito americano, quindi oltre cinquemila miliardi di dollari di debito americano. Per l’Europa, le conseguenze sarebbero terribili perché l’unico motore, per quanto debole, dell’economia europea in questi anni sono state le esportazioni e il mercato americano era tornato molto promettente, fino alla discesa della disoccupazione - prospettive di una crescita sopra il 2% quest’anno. Se questo si interrompe, per l’Europa si tornerà definitivamente in recessione.


Ultimo aggiornamento: 16 gennaio







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