Irlanda: nuovo intervento dei vescovi nel dibattito sull’aborto
La vita della madre e del suo bambino sono entrambe sacre: è quanto ribadito dai vescovi
irlandesi, in merito al dibattito in corso nel Paese sulla ridefinizione della legge
sull’aborto. La Costituzione irlandese vieta l’interruzione volontaria della gravidanza
ma, a seguito di una decisione della Corte Suprema del 1992, essa è stata autorizzata
in caso di grave pericolo per la vita della madre. Come si ricorderà, polemiche sono
tuttavia sorte in questi mesi dopo la vicenda di Savita Halappanavar, la donna morta
a ottobre in un ospedale per setticemia, dopo che i dottori le avevano negato un’interruzione
di gravidanza. Sulla vicenda sono poi state avviate alcune inchieste giudiziarie e
il Governo è stato sollecitato a riaprire il dibattito per promuovere una nuova normativa,
anche alla luce del richiamo da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo
cui l’aborto deve essere consentito per legge in caso di rischi per la vita della
madre. A un’audizione sulla questione alla Commissione salute del Parlamento irlandese,
il responsabile del Consiglio episcopale per il matrimonio e la famiglia, mons. Christopher
Jones, ha ricordato che l’aborto, inteso come “diretta e intenzionale distruzione
di un bambino non nato non è mai moralmente accettabile” e che tale pratica va distinta
invece “dagli interventi medici volti a salvare la vita della mamma dove non esiste
altra possibilità e che non cercano in maniera diretta e intenzionale di porre fine
alla vita di un bambino non nato”. Pertanto, ha aggiunto, “ogni sforzo deve essere
compiuto per preservare sia la vita della mamma che quella del bambino”. Mons. Jones,
citato dall’Osservatore Romano, ha sottolineato che al centro di ogni discussione
devono essere posti la compassione, la comprensione e il rispetto per la donna. Secondo
il presule poi l’argomento addotto da alcuni per i quali le donne in gravidanza in
Irlanda sono più a rischio a causa del divieto all’aborto è una “completa distorsione
della verità”, perché le statistiche dicono l’esatto contrario. Mons. Jones, ha quindi
suggerito la convocazione di un referendum sulla questione. Anche se vieta l’aborto,
la legge irlandese non punisce quelle donne che interrompono la gravidanza all’estero.
Secondo diverse fonti citate dall’agenzia Apic sarebbero circa 4mila le donne irlandesi
che ogni anno si recano nel Regno Unito o in altri Paesi europei per abortire. (A
cura di Lisa Zengarini)