Vescovi di Abruzzo e Molise dal Papa. Mons. Bregantini: condivisione, non contrapposizione
per superare la crisi
Prosegue la visita “ad Limina” dei vescovi italiani. Dopo i presuli della sua Diocesi
di Roma, lunedì mattina Benedetto XVI ha iniziato ad incontrare i membri della Conferenza
episcopale di Abruzzo e Molise. Tra di essi, c’era anche mons. Giancarlo Maria
Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, che ha presentato al Papa le luci
e le ombre della sua regione. Antonella Palermo lo ha intervistato:
R. - Le luci
di un popolo mite, buono, attento che ascolta ancora molto la voce della Chiesa che
ha tradizione antiche, con chiese molto belle e che ha un’ intensa onestà di fondo.
Però dall’altra parte troviamo anche i drammi del presente, specialmente la crisi
che ci coinvolge e travolge tutti, in particolar modo quella che riguarda il settore
agroindustriale: c’è la fatica nel mantenere le stalle aperte, la capacità dei nostri
giovani di restare nei nostri Paesi perché fanno fatica a trovare un lavoro e si vedono
costretti a emigrare in Germania o in Australia. Si torna all’emigrazione degli anni
’50 - ’60. Questo pone interrogativi molto grandi sul futuro della regione. Ovviamente
c’è anche il cambiamento dei valori morali che si vede specialmente all’interno della
famiglia, un tempo molto solida, ed oggi esposta a grandi ed insidiose tentazioni.
L’altra esperienza riguarda la realtà sociopolitica che ancora fa fatica a volare
alto; ci sono ancora troppi interessi, contrapposizioni…
D. – Quali riflessioni
fare alla vigilia di queste elezioni sia regionali che politiche?
R. - Noi
non possiamo certamente dare indicazioni di natura partitica. Non è compito nostro;
è nella libertà del cristiano, nella sua vocazione battesimale come laico. Ecco perché
noi non abbiamo indicato nessuno, abbiamo solo suggerito un metodo che si rifà a Toniolo,
cioè “una casa sociale” - perché così l’abbiamo immaginata - come lui la chiama, fatta
di piani e livelli diversi. Abbiamo proposto così che al primo piano ci sia sempre
come dato fondativo la spiritualità che motiva, al secondo piano l’etica che verifica,
al terzo piano poniamo la cultura che progetta, al quarto piano la politica che realizza,
e al quinto - solo al quinto - l’economia che compie. Con questa presentazione, che
poi si trova sostanzialmente nella Caritas in veritate e nella Dottrina sociale della
Chiesa, noi diamo indicazioni perché i progetti specifici, o meglio, i programmi dei
partiti, siano intessuti di luce, di positività, di coraggio, di motivazioni alte.
Sono suggerimenti soprattutto di metodo e di alcuni contenuti. Poi toccherà ai singoli
partiti poter essere capaci di fare programmi ben dettagliati. La cosa che ci interessa
è soprattutto il metodo, non contrapposizione, esclusione, ma condivisione e capacità
- davanti ai problemi di un territorio così piccolo - di non staccarsi, né frastagliarsi,
ma di coordinarsi.