Myanmar: nel Kachin la Chiesa al fianco degli sfollati
Acqua, medicine, tende, vestiti e libri scolastici: è l’aiuto che la diocesi di Banmaw
porta ogni giorno a oltre 13.000 persone costrette a lasciare le loro case per via
del conflitto tra le Forze armate e i separatisti dell’Esercito per l’indipendenza
del Kachin, in corso nel nord del Myanmar da ormai un anno e mezzo. In una testimonianza
inviata all'agenzia Misna, mons. Raymond Gam sottolinea che scontri sul terreno e
bombardamenti aerei hanno provocato finora almeno 75.000 sfollati. Circa 45.000 hanno
trovato riparo in campi allestiti nella città di Banmaw, cuore di un’ampia diocesi
al confine con la Cina. “Esprimo la mia gratitudine nei confronti di tutti i generosi
donatori – scrive il vescovo – per le loro preghiere e il sostegno alle vittime della
guerra civile nello Stato di Kachin”. Il conflitto è aumentato di intensità dal mese
scorso. Ad alcuni raid dell’aviazione militare sarebbe seguito, oggi, un bombardamento
sulla principale città sotto il controllo dei ribelli. La notizia è stata diffusa
da un portavoce dell’Esercito per l’indipendenza del Kachin e, almeno per ora, è priva
di conferme. Secondo la ricostruzione dei ribelli, tre colpi di mortaio sono caduti
in un quartiere centrale di Laiza. Nel bombardamento avrebbero perso la vita tre persone,
tra le quali un ragazzo di 15 anni e una donna anziana. Il conflitto nello Stato di
Kachin sta continuando nonostante alcune riforme politiche avviate in Myanmar, in
particolare l’entrata in carica di un governo civile dopo decenni di regime militare.
Un anno fa a suscitare qualche speranza era stata anche la firma di un accordo di
pace tra l’esecutivo e un altro gruppo ribelle, attivo nelle regioni meridionali abitate
in prevalenza dall’etnia Karen. (R.P.)