Il Papa battezza 20 bambini: cristiani fuori moda, ma la fede dà la vera libertà.
Preghiera per i migranti
In una società che considera fuori tempo credere in Gesù, la fede apre all’abbraccio
di Dio: così ieri il Papa alla Messa prima di battezzare 20 bambini nella Cappella
Sistina. Poi all'Angelus il richiamo alla Giornata del Migrante e del Rifugiato con
il pensiero alle migrazioni come a un "pellegrinaggio di fede e di speranza". Il servizio
di Fausta Speranza:
“Dio viene
visto come il limite della nostra libertà, un limite da eliminare affinché l'uomo
possa essere totalmente se stesso”. Il Papa parla della società attuale in cui – dice
- non è facile manifestare apertamente e senza compromessi ciò in cui si crede”:
“Una
società che considera spesso fuori moda e fuori tempo coloro che vivono della fede
in Gesù”.
“Sull’onda di questa mentalità, - avverte il Papa - vi può essere
anche tra i cristiani il rischio di intendere il rapporto con Gesù come limitante,
come qualcosa che mortifica la propria realizzazione personale”. Di fronte a tutto
questo Benedetto XVI spiega che il rapporto con Dio significa la libertà di uscire
da se stessi e di amare:
“Questa visione mostra di non avere capito nulla
del rapporto con Dio, perché proprio a mano a mano che si procede nel cammino della
fede, si comprende come Gesù eserciti su di noi l’azione liberante dell’amore di Dio,
che ci fa uscire dal nostro egoismo, dall’essere ripiegati su noi stessi, per condurci
ad una vita piena, in comunione con Dio e aperta agli altri.”
Ed è proprio
il racconto evangelico del Battesimo di Gesù a mostrare “la via di abbassamento e
di umiltà, che il Figlio di Dio ha scelto liberamente per aderire al disegno del Padre,
per essere obbediente alla sua volontà di amore verso l’uomo in tutto, fino al sacrificio
sulla croce”.
Nel Battesimo – sottolinea il Papa – “si manifesta la presenza
viva e operante dello Spirito Santo”. E poi ricorda quello che – dice - “ai nostri
occhi potrebbe apparire paradossale”. Gesù senza peccato si è posto tra i peccatori
per farsi battezzare, per compiere questo gesto di penitenza.
“Gesù vuole
mettersi dalla parte dei peccatori, facendosi solidale con essi, esprimendo la vicinanza
di Dio.Gesù si mostra solidale con noi, con la nostra fatica di convertirci,
di lasciare i nostri egoismi, di staccarci dai nostri peccati, per dirci che se lo
accettiamo nella nostra vita Egli è capace di risollevarci e condurci all’altezza
di Dio Padre”.
“Questa – afferma il Papa - è l’opera di Dio che Gesù vuole
compiere: la missione divina di curare chi è ferito e medicare chi è ammalato, di
prendere su di sé il peccato del mondo.” E il Papa ricorda che “nel Battesimo i bambini
sono uniti in modo profondo e per sempre con Gesù”:
“…immersi nel
mistero della sua morte, che è fonte di vita, per partecipare alla sua risurrezione,
per rinascere ad una vita nuova. Ecco il prodigio che oggi si ripete anche per i vostri
bambini: ricevendo il Battesimo essi rinascono come figli di Dio, partecipi della
relazione filiale che Gesù ha con il Padre, capaci di rivolgersi a Dio chiamandolo
con piena confidenza e fiducia: “Abbà, Padre”.
“Inseriti in questa relazione
e liberati dal peccato originale, - sottolinea Benedetto XVI - essi diventano membra
vive dell’unico corpo che è la Chiesa e sono messi in grado di vivere in pienezza
la loro vocazione alla santità, così da poter ereditare la vita eterna, ottenutaci
dalla Risurrezione di Gesù”. Del dono della fede il Papa dice:
“È la gioia
di riconoscerci figli di Dio, di scoprirci affidati alle sue mani, di sentirci accolti
in un abbraccio d’amore, allo stesso modo in cui una mamma sostiene ed abbraccia il
suo bambino.”
“Il cammino della fede che oggi comincia per questi bambini
– aggiunge il Papa - si fonda su una certezza, sull’esperienza che non vi è niente
di più grande che conoscere Cristo e comunicare agli altri l’amicizia con Lui; solo
in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione
umana e possiamo sperimentare ciò che è bello e ciò che libera” “Chi ha fatto questa
esperienza – confida il Papa - non è disposto a rinunciare alla propria fede per nulla
al mondo. Ai padrini e madrine, “l’importante compito di sostenere e aiutare l’opera
educativa dei genitori, affiancandoli nella trasmissione delle verità della fede e
nella testimonianza dei valori del Vangelo, nel far crescere questi bambini in un’amicizia
sempre più profonda con il Signore”. “L’acqua con la quale questi bambini sono segnati
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, - assicura il Papa - li immergerà
in quella “fonte” di vita che è Dio stesso e che li renderà suoi veri figli”.
All’Angelus
il Papa ricorda che “Gesù è l’uomo nuovo che vuole vivere da figlio di Dio, cioè nell’amore;
l’uomo che, di fronte al male del mondo, sceglie la via dell’umiltà e della responsabilità,
sceglie non di salvare se stesso ma di offrire la propria vita per la verità e la
giustizia”. “Essere cristiani – dice il Papa - significa vivere così, ma questo genere
di vita – aggiunge - comporta una rinascita: rinascere dall’alto, da Dio, dalla Grazia”.
Poi il pensiero ai battesimi del giorno e non solo:
“Ho avuto la gioia di
battezzare un folto gruppo di bambini che sono nati negli ultimi tre o quattro mesi.
In questo momento vorrei estendere la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i
neonati; ma soprattutto invitare tutti a fare memoria del nostro Battesimo, di quella
rinascita spirituale che ci ha aperto la via della vita eterna”.
E il riferimento
all’Anno della fede:
“Possa ogni cristiano, in quest’Anno della fede, riscoprire
la bellezza di essere rinato dall’alto, dall’amore di Dio, e vivere come suo vero
figlio”.
Dopo la preghiera mariana, il pensiero alla Giornata Mondiale
del Migrante e del Rifugiato e il riferimento alle migrazioni come un “pellegrinaggio
di fede e di speranza”:
“Chi lascia la propria terra lo fa perché spera
in un futuro migliore, ma lo fa anche perché si fida di Dio che guida i passi dell’uomo,
come Abramo. E così i migranti sono portatori di fede e di speranza nel mondo. A ciascuno
di loro rivolgo oggi il mio saluto, con una speciale preghiera e benedizione”.
Un
saluto particolare alle comunità cattoliche di migranti presenti a Roma.