Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
Nella Festa del Battesimo del Signore, la liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui Giovanni Battista risponde a quanti si domandano se non sia lui il Cristo:
«Io
vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Su
questa festa ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente
emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
La prima scena
del Vangelo sembra riprendere i temi dell’Avvento, con l’ansia del popolo di sapere
se i cieli donano il sospirato Messia, e Giovanni che si schernisce: no, non è lui
il Messia atteso. Ma ormai ne è prossima l’apparizione tanto sognata: egli battezzerà
con potenza e fuoco, per una purificazione profonda, non solo rituale. Non c’è paragone
fra il Messia e Giovanni, il primo è ben più forte e pieno di dignità. Giovanni è
solo voce, rude certo, ma solo voce che scuote timpani e coscienze. Ed ecco apparire
Gesù, e siamo alla seconda scena. Con poche parole Luca ci dice tante cose: anche
Gesù ha fatto la fila, ha condiviso l’ansia per una nuova fase religiosa. Solidarietà
coraggiosa e audace con tutti. E poi il silenzio e la preghiera: mentre dal cielo
giunge una voce che riconosce in Gesù, orante e solidale, il Figlio amato. La scena
si anima di un simbolo classico, la colomba, che allude allo Spirito Santo che scende
e feconda, illuminando la mente e dando forza al cuore. Anche noi siamo diventati
col battesimo figli amati, rigenerati nello Spirito a vita nuova. Mai manchi la solidarietà
generosa con chi cerca e implora e la preghiera del cuore con il Padre che ci ama.