Yemen. L’Unhcr lancia l’allarme contro la tratta delle donne abusate sessualmente
Vendute e comprate, sfruttate, violentate e malmenate fino alla morte. È il destino
a cui vanno incontro migliaia di immigrante, ma anche di tante giovanissime yemenite,
che per scappare dalla povertà incappano nel fenomeno della tratta di esseri umani
sempre più diffuso nello Yemen. A lanciare l’allarme è l’Agenzia delle Nazioni Unite
per i Rifugiati (UNHCR), secondo cui “tra il 2011 e il 2012 è stato registrato un
aumento notevole nel traffico, nel contrabbando e nei casi di violenza tra le donne
immigrate nel Paese”. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, le donne migranti,
prevalentemente etiopi e somale, cercano di sfuggire alla povertà del paese di origine
e alle loro famiglie. Pagano centinaia di dollari per arrivare in punti di transito
di Gibuti o del Puntland, avventurandosi anche in viaggi di giorni a bordo di sovraffollate
e pericolosissime barche con l’obiettivo di raggiungere gli stati del Golfo dove poter
trovare un lavoro. Nel corso del viaggio vengono spesso stuprate, soffocate per il
sovraffollamento, gettate in mare dagli stessi contrabbandieri o anche prese in ostaggio
dai trafficanti una volta raggiunto il suolo yemenita. Secondo il rapporto Desperate
Choices, condotto dal Danish Refugee Council (DRC) e dal Regional Mixed Migration
Secretariat (RMMS), le reti criminali si estendono attraverso l’Etiopia, lo Yemen,
Gibuti e l’Arabia Saudita. Ma non tutte le donne abusate nello Yemen sono migranti.
Contribuisce ad aggravare il fenomeno il cosiddetto turismo sessuale che vede coinvolte
piccole yemenite di famiglie povere in matrimoni lampo con visitatori degli stati
del Golfo, che dopo aver abusato di queste giovani vittime le abbandonano per strada.
(M.G.)