Siria: scontri e morti. Grave l'emergenza umanitaria: servono medicine e ambulanze
Siria: nulla di fatto ai colloqui ieri, a Ginevra, tra il mediatore di Onu e Lega
Araba, Brahimi, e i vice-ministri degli Esteri di Russia e Stati Uniti. Alla fine,
tutti concordi sulla necessità di una soluzione politica, sull'inesistenza di una
di tipo militare, ma in concreto nessuna indicazione concreta. Unico spiraglio, la
disponibilità non nuova delle opposizioni a vedere qualche esponente del regime in
un eventuale governo transitorio ma, hanno chiarito, questo "sarà oggetto di futuri
negoziati".
Sul terreno prosegue lo scontro tra esercito e insorti. L'aeroporto
militare di Taftanaz è stato conquistato da forze dell'opposizione e successivamente
bombardato dai lealisti. E a causa delle violenze e del freddo intenso si aggravano
le condizioni di vita per le decine di migliaia di profughi siriani in fuga dalla
guerra civile, sia all’interno, che fuori del territorio nazionale. Giancarlo La
Vella ha raccolto la testimonianza del medico italo-siriano, Mohamed Nour Dachan,
delegato per l’Italia del Consiglio nazionale dell’opposizione, appena rientrato dalla
Siria:
R. – Mi si permetta
di non parlare di "guerra civile", perché i civili non si stanno combattendo. Infatti,
i morti di questo conflitto sono sinora oltre 61 mila e l’80% sono civili.
D.
– Lei ha parlato del dolore che ha letto nello sguardo dei bambini, cioè coloro che
sono i più indifesi…
R. – Sicuramente. Quando si vedono i bambini nel freddo,
nell’umidità, quasi nudi, a piedi scalzi, che chiedono l’elemosina per mangiare, veramente
il dolore è immenso.
D. – Quali organizzazioni stanno intervenendo per alleviare
le sofferenze della popolazione civile?
R. – Le organizzazioni sono quasi tutte
di volontariato. Poi c’è, in particolare, il governo italiano che si è adoperato subito
per intervenire. Altre iniziative sul terreno siriano non ci sono. Ieri, il presidente
della Coalizione nazionale siriana per l’opposizione ha rivolto un appello molto toccante,
chiedendo a chi ha un camper o una casa prefabbricata, o tende che mantengano il caldo,
di mettere tutto questo a disposizione dei profughi. Io stesso chiedo a tutte le organizzazioni
umanitarie di fornirci tutto quello che ci possa aiutare a superare questo inverno.
All’interno della Siria, abbiamo tre milioni di sfollati. Per loro, oltre al problema
rappresentato dall’inverno, c’è la questione del cibo e dell’igiene. Per questo motivo,
nel mio ultimo appello ho chiesto di intervenire anche con poco: 15 euro per un kit
di igiene personale o 35 euro per un pacco alimentare che sfama una famiglia per un
mese.
D. – Nella sua ultima visita in Siria, lei, come medico, invece, quali
emergenze sanitarie ha rilevato?
R. – Intanto, c’è un gravissimo deficit di
medicinali e di strumenti, soprattutto strumenti diagnostici da destinare agli ospedali
di fortuna allestiti nelle case, negli scantinati. Queste strutture improvvisate richiedono
un intervento urgente. Se non si vede con i propri occhi, non si riesce a percepire
la gravità della situazione. E mi permetto di chiedere a tutte le Associazioni di
volontariato che hanno ambulanze da rottamare di darcele: anche dietro pagamento.
L’importante è che siano funzionanti.