Siria ancora sotto le bombe. Accuse di Damasco al mediatore Brahimi
In Siria non si arresta la violenza sul terreno. Ad Aleppo una comunità cristiana
di mille persone è ridotta allo stremo. Mentre sul fronte diplomatico il presidente
Assad ha accusato il mediatore di Onu e Lega Araba Braimi, ieri a Ginevra per un vertice
sulla crisi siriana, di essere sbilanciato verso i ribelli. Mentre il ministro degli
Esteri britannico, William Hague, in un'audizione in Parlamento ha ribadito che chiederà
all'Ue di sollevare l'embargo imposto alla Siria sulle armi, aprendo così la strada
per armare le forze che lottano contro il regime, precisando tuttavia che Londra si
rivolgerebbe solo alle forze politiche moderate in campo. Il servizio di Marina
Calculli:
I bombardamenti
dell’aviazione proseguono senza sosta sull’aeroporto militare di Taftanaz ormai parzialmente
nelle mani dei due gruppi islamisti radicali Ahrar al-Cham e al-Nousra. I raid dell’esercito
regolare si sono inoltre abbattuti sul Ghouta orientale e su Mliha, alla periferia
di Damasco. In un villaggio a nord di Aleppo, a Ya'kubieh, una comunità cristiana
di cattolici e greco-ortodossi, compressa tra i combattimenti, rischia di estinguersi.
Da giorni ormai non arriva più cibo e le condizioni del villaggio, anche a causa del
freddo, diventano sempre più critiche. Anche nella regione di Idlib manca cibo, viveri
e gas per accendere le stufe. Sono invece tornati a Teheran, seppur con molto ritardo
sul previsto, i 48 ostaggi iraniani - “pellegrini”, secondo il governo di Teheran,
“pasdaran” secondo i ribelli – che il regime aveva scambiato con oltre 2000 attivisti
siriani. Sul piano diplomatico tornano ad accendersi i toni tra l’ONU e Damasco. Il
governo siriano ha accusato Lakhdar Brahimi di essere imparziale e di aver preso ormai
le parti dei ribelli. Da Londra invece William Hague esorta ancora l’Europa a togliere
l’embargo sulle armi per poter armare i ribelli.
Intanto pioggia e neve stanno
sferzando da giorni il Medio Oriente, rendendo ancor più critica la situazione delle
decine di migliaia di sfollati siriani, spesso in fuga oltre confine, che cercano
scampo dal conflitto. La tempesta di neve abbattutasi di recente sulle tende dei rifugiati
del campo Zaatari in Giordania sta causando disagi insostenibili. Disagi si registrano
anche in Turchia, Paese coinvolto nell’accoglienza degli sfollati siriani. Antonella
Palermo ne ha parlato con Chiara Rambaldi, volontaria Caritas in Turchia:
R. – Un numero
non ufficiale, in questo momento, parla di circa 230 mila persone. La maggior parte
sono donne, bambini e famiglie. Una parte vive nei campi, dislocati in diverse città,
allestiti e gestiti direttamente dal governo turco. Una parte, invece, vive fuori
dai campi. Noi, come Caritas Turchia, abbiamo scelto di concentrarci sulle persone
che si trovano fuori dai campi, in questo momento, perché hanno meno possibilità di
ricevere assistenza.
D. – In che condizioni vivono queste persone?
R.
– Le difficoltà che fronteggiano sono quelle di chiunque scappa da una situazione
di conflitto con bambini, non avendo più né un lavoro, né la scuola. Oltretutto, ora
è inverno, quindi sono anche regioni dove il tempo è abbastanza inclemente.
D.
– Quali sono allora i servizi che voi prestate per sostenere queste persone?
R.
– Supporto per le spese mediche che devono affrontare, perché è frequente il bisogno
di medicine, di operazioni chirurgiche, di terapie. Distribuzione di generi alimentari,
coperte, scarpe e oggetti che gli aiutino a proteggersi dal freddo. Si tratta di visitare
le famiglie, parlare con loro, vederle una per una, capire quali sono i loro bisogni,
la loro situazione e cosa può essere fatto. Direi che la situazione più difficile,
ovviamente, è quella delle famiglie numerose – con molti bambini – che interrompono
i loro percorsi di studi, delle persone anziane che ovviamente faticano a lasciare
la propria casa e ad affrontare lo stress di un viaggio verso la Turchia, estremamente
complicato e pericoloso. O delle donne da sole che non sanno cosa ne è stato dei loro
consorti. Questo è il tipo di situazione.