Repubblica Ceca alle urne per le presidenziali. Le prime a elezione diretta
Urne aperte oggi e domani nella Repubblica Ceca per le presidenziali. Gli elettori
sono chiamati ad eleggere il successore dell'attuale capo di Stato, Vaclav Klaus.
Otto i candidati in lizza tra i quali spiccano l’ex premier socialdemocratico, Milos
Zeman, e Jan Fischer, premier del governo tecnico del 2009. Si tratta della prima
elezione presidenziale diretta, mentre l'eventuale secondo turno è previsto tra due
settimane. Massimiliano Menichetti ha intervistato Angela Di Gregorio,
docente di Diritto pubblico comparato dei Paesi Europei all’Università statale di
Milano:
R. – La Repubblica
Ceca tradizionalmente si ispira alle idee del parlamentarismo. Il passaggio all’elezione
diretta non ha mutato a livello costituzionale le prerogative del capo dello Stato.
Certamente, l’investitura diretta darà un surplus di legittimazione, però le motivazioni
del passaggio a questo tipo di elezione del Capo dello Stato sono alquanto oscure
ai costituzionalisti. Si potrebbe pensare ad una difficoltà di per via parlamentare,
così come è avvenuto per esempio nel ’99 in Slovacchia, dove si passò all’elezione
diretta solo perché non si riusciva a coagulare una maggioranza.
D. - L’indipendenza
del 1993, a causa della scissione dalla Cecoslovacchia, e poi l’adesione all’Unione
Europea nel 2004: come si presenta nel 2013 la Repubblica Ceca?
R. - E’ uno
dei Paesi dalla democrazia più riuscita tra i Paesi ex comunisti: si riaggancia alle
tradizioni di democrazia che aveva vissuto la Cecoslovacchia negli anni Venti del
Novecento. Anche l’attuale Costituzione è largamente ispirata al testo del 1920, che
fino al 1939 rappresentò una costituzione modello in tutta Europa, nonostante il continente
fosse attraversato dagli autoritarismi. Dopo l’89, con la transizione alla democrazia,
e ancor più dopo il 2004, la democrazia si è perfettamente consolidata. E’ chiaro
però che la crisi economica, e anche politica, europea si fa sentire in tutti i Paesi
membri dell’Unione.
D. - Ricordiamo poi che sul fronte economico, la Repubblica
Ceca non aderisce all’Unione monetaria, in sostanza non c’è l’Euro…
R. - In
effetti, la Repubblica Ceca, assieme anche alla Gran Bretagna, sono gli unici due
Paesi dell’Unione a non aver ratificato neanche il fiscal compact. Quindi, ha sempre
avuto, da un certo punto di vista, una vena di euroscetticismo. Paradossalmente, la
Repubblica è stretta tra il modello tedesco e quello britannico. Sotto molteplici
profili, la Repubblica Ceca, anche dal punto di vista costituzionale, si ispira molto
alla vicina Germania, alla quale è molto legata.
D. – L’attuale presidente
Klaus è sulla china dell’euroscetticismo. Tra i favoriti per queste elezioni spicca
il socialdemocratico euro convinto, Zeman…
R. – Zeman dimostra di avere un
atteggiamento più europeista. Se fosse eletto, però, il problema è che dovrà convivere
con un governo di un altro colore politico e quindi si creerebbe una sorta di coabitazione.
D.
– Una delle caratteristiche della politica interna della Repubblica Ceca è la litigiosità
dei partiti. Secondo lei che conseguenze avrà l’elezione diretta del capo dello Stato,
in questa situazione?
R. – Potrebbe rappresentare un elemento di disturbo venendo
a inserire un’ulteriore personalità attiva politicamente. E questo accadrebbe in un
quadro politico che è già abbastanza frazionato e anche instabile. Un po’ come l’Italia,
qui la situazione è caratterizzata da grande frazionismo politico tra i partiti, trasformismo
e frequenti scissioni dei movimenti politici.
D. – Un ruolo, quello del capo
dello Stato, che dovrebbe essere costituzionalmente "super partes", ma nella storia
del Paese non è stato sempre così…
R. – I capi di Stato – sia negli anni ’20
sia dopo l’89 – sono sempre stati politicamente personalità di un certo rilievo, come
l’ex dissidente Václav Havel, morto un anno fa, che è considerato un po’ il padre
della nuova Repubblica Ceca, ma anche Klaus, ex primo ministro, che aveva guidato
gli anni della transizione. Quindi, finora, i capi di Stato pur essendo eletti dal
parlamento sono stati anche personalità eccellente e incisive.