Mons. Fisichella: questioni etiche e giustizia sociale nell'agenda dei cattolici
Si fa sempre più intenso il dibattito elettorale in Italia, che vede una rinnovata
presenza dei cattolici nei vari schieramenti. A risultare tuttavia quasi del tutto
assenti dal confronto politico sono soprattutto i temi etici: lo rileva l’arcivescovo
Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione, intervistato da Luca Collodi:
R. – E’ una
scelta che è comprensibile, ma non è politicamente corretta. Perché se un politico
è cattolico, è cosa ovvia che abbia ad esprimere nel suo impegno politico ciò che
è consequenziale alla sua scelta di fede. Questo non vuol dire che poi si facciano
delle scelte confessionali in alternativa a delle scelte laiche: questo significa
che il parlamentare deve cercare di esprimere al meglio la sua consapevolezza, ben
sapendo che anche persone che non hanno fede, e che vivono in una dimensione differente,
convergono su questioni e principi etici fondamentali.
D. – C’è anche una situazione
di crisi economica che sta attraversando l’Italia ma anche l’Europa e il mondo. In
questa fase, secondo lei, non sarebbe meglio concentrarsi sullo spread sociale,
come ultimamente ha ricordato anche il Papa, per ridurlo, allentando un po’ la morsa
del rigore finanziario seguito fino a qui dall’Unione Europea?
R. – Il Papa
volutamente ha trovato questa bella espressione di uno “spread sociale”, che
indica già l’orientamento. In una crisi economica così forte e così troppo, troppo
lunga come quella che si sta vivendo a livello internazionale – e alcuni Paesi la
vivono in maniera ancora più drammatica – non si deve e non si può neppure dimenticare
mai che l’economia è al servizio della persona e del bene comune, non l’opposto. Cioè,
non è la persona al servizio dell’economia: per noi vale l’opposto. L’economia è al
servizio della persona e l’economia deve trovare tutte quelle forme che sono da adoperare
perché venga raggiunto il bene comune. Questo, ovviamente, deve avvenire nel rispetto
della giustizia sociale.
D. – Si è parlato molto di rinnovamento della politica
anche nelle assisi cattoliche. Lei vede qualcosa di nuovo che sta avanzando nel campo
della politica italiana?
R. – Io ho forte timore che la frammentazione della
presenza cattolica abbia a portare a una irrilevanza della presenza dei cattolici.
Sono convinto che la presenza pluralistica dei cattolici in diversi partiti permanga
come una ricchezza, perché è pur sempre un seme che viene messo in diverse realtà
e ha lo scopo di animare le diverse realtà, anche in presenza di concezioni differenti
della società e della vita. Però, questa ricchezza non può diventare irrilevante.
Ed ecco perché spetterà proprio ai singoli parlamentari il dover mantenere sempre
attenta, vigile e costante questa loro responsabilità.