Mali: primo raid dei caccia-bombardieri di Parigi contro i ribelli
L'Unione europea intende accelerare la preparazione dell'invio di una missione militare
in Mali e fornire addestramento all'esercito maliano per fronteggiare l’avanzamento
degli islamisti nel nord del Paese. Si valuta inoltre la possibilita' di nuove sanzioni
per gruppi affiliati ai terroristi: è quanto ha affermato l'alto rappresentante della
politica estera della Ue Catherine Ashton. E il sostegno militare francese alle truppe
del Mali e' già iniziato nel pomeriggio di ieri con un bombardamento dei caccia-bombardieri
di Parigi. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri transalpino, Laurent Fabius,
denunciando che i ribelli,"vogliono conquistare tutto il Paese e instaurare uno stato
terrorista". Fabius ha spiegato che Parigi ha deciso di accelerare ed intervenire
perche', approfittando dei ritardi della comunita' internazionale i terroristi e i
gruppi criminali si sono già spostati verso sud. Una condanna unanime degli ultimi
combattimenti, un monito ai ribelli a non proseguire l’avanzata verso sud, un’esortazione
ai Paesi africani ad accelerare il dispiegamento della Missione internazionale di
sostegno al Mali, era quanto sostenuto nella dichiarazione approvata dal Consiglio
di sicurezza dell’Onu, riunito d’urgenza nella serata di giovedì su richiesta della
Francia. All’offensiva lanciata nei giorni scorsi contro alcune località del centro
del Mali prendono parte membri del Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale
(Mujao), di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) e di Ansar Al Din, gruppi che nove
mesi fa hanno assunto il controllo delle vaste regioni settentrionali del Mali. Testimoni
locali hanno raccontato dell’arrivo a Sévaré (15 chilometri a ovest da Mopti) di un
numero imprecisato di cargo C-160, aerei militari che trasportavano armi e soldati.
Secondo un impiegato dell’aeroporto, alcuni dei militari “erano bianchi”. Nei giorni
scorsi l’Unione Europea (Ue) aveva confermato il prossimo dispiegamento a febbraio
di 400 elementi incaricati di addestrare e riorganizzare le truppe maliane. Dal vicino
Niger, il comandante delle Forze statunitensi contro il terrorismo in Africa (Africom),
il generale Carter Ham, ha dichiarato che “l’opzione militare non è la cosa migliore
ma dobbiamo prepararci lo stesso”.