2013-01-11 11:46:55

L'Aiart su Guzzanti: no ai bavagli alla satira ma rispettare i sentimenti religiosi dei credenti


Offesa al sentimento religioso. E’ con questa motivazione che l’associazione di telespettatori Aiart ha denunciato alla Procura di Roma l’emittente La7 per il programma “Di e con Guzzanti” del 4 gennaio. L’Aiart chiederà al Consiglio Nazionale Utenti di presentare un esposto all'Agcom perché accerti violazioni e sanzioni questo programma. Alessandro Guarasci ha sentito Luca Borgomeo, presidente dell’Aiart:RealAudioMP3

R. - Noi abbiamo solamente rilevato che La7 ha mandato in onda un programma che viola il diritto dell’utente nei media ad essere rispettato nella sua identità culturale, etnica e religiosa.

D. - Non pensate che però in questo modo si metta “un bavaglio” alla satira, alla possibilità di criticare? Così dice chi vi critica…

R. - Sarebbe opportuno - prima di criticare l’Aiart e valutare la vicenda “ La7 - Guzzanti” - vedere il video in modo che la gente possa giudicare. La satira, che comunque è un’attività importante sul piano letterario, spettacolare, non può essere svolta prescindendo dalle leggi, dalla Costituzione, dal quadro normativo: chi fa satira non gode di una sorta di immunità per cui non deve rispettare le leggi. Qui parliamo di leggi che hanno un profilo costituzionale, di leggi penali, che sono valide per tutti i cittadini.

D. - Per voi viene svilito anche il concetto di religione…

R. - Noi abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni di indignazione, da parte di ascoltatori che hanno visto ironizzare in modo becero sugli elementi fondanti della religione. Si è preso in giro un vescovo che dimostrava che non sapeva fare nemmeno la benedizione … e soprattutto attribuendo alla Chiesa intenti e disegni che la Chiesa non ha mai avuto; si è ironizzato sulla Trinità, sulla Madonna di Fatima, sui Vangeli. Ma la nostra Costituzione garantisce il rispetto di tutte le confessioni religiose.

D. – Molti media cattolici si sono schierati al vostro fianco. Sul fronte opposto contro la vostra denuncia sono state raccolte migliaia di firme. Sappiamo che vi stanno arrivando e-mail e telefonate piuttosto pesanti…

R. - Per la verità è singolare che nel chiedere - perché petizione significa chiedere - da parte di molti si utilizzi un linguaggio offensivo, volgare, intimidatorio: tutta una serie di contumelie che ci descrivono come ridicoli, fondamentalisti, capziosi, ipocriti, fascisti, squallidi, maledetti… Mi limito a rilevare che - pur essendoci molte richieste formulate in modo corretto - ce ne sono invece tante altre che sono certamente molto preoccupanti, perché anch’esse violano norme del Codice penale con insulti, offese, minacce che sono assolutamente inaccettabili. Non è lecito a nessuno insultare e dileggiare il sentimento religioso.







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