Un milione di firme per difendere la vita in Europa
“Tutelare la vita in Europa sin dal concepimento”. E’ la sfida lanciata nei 27 Paesi
della Ue dalla campagna “Uno di noi”. L’iniziativa, che vede l’adesione di un crescente
network di associazioni pro-life, è partita dal Movimento per la Vita italiano. L’obiettivo
è raccogliere, entro novembre, oltre un milione di firme così da attivare il legislatore
dell’Unione sulla questione della vita nascente. Massimiliano Menichetti ne
ha parlato con Filippo Vari, docente di Diritto costituzionale all’Università
Europea di Roma e tra i promotori della campagna:
R. - L’iniziativa
nasce dalla possibilità, offerta dal Trattato di Lisbona ai cittadini europei, di
presentare delle proposte alla Commissione Europea, che ha poi il compito di coinvolgere
le competenti istituzioni dell’Unione per richiedere che l’Unione Europea non finanzi
politiche che non siano rispettose del diritto alla vita. Pensiamo al finanziamento
della ricerca sulle cellule staminali embrionali, pensiamo alle azioni che l’Unione
promuove nei Paesi in via di sviluppo, a sostegno di associazioni non governative
che promuovono l’aborto in quei Paesi. L’iniziativa ha l’obiettivo di chiedere che
i soldi dell’Unione non siano più spesi per queste politiche che non rispettano il
diritto alla vita.
D. - Quindi, avrebbe una ricaduta indiretta, ma non diretta
sull’impianto della legislazione dei singoli Paesi...
R. - Non toccherebbe
liceità dell’aborto e liceità della ricerca, perché queste sono materie di cui l’Unione
non si può occupare. Invece, toccherebbe tutta una serie di aspetti collegati, per
i quali ci sono finanziamenti cospicui. Poi, la campagna ha una portata culturale
molto più ampia. Noi, oggi, assistiamo in Europa a un dibattito culturale dove, purtroppo,
il diritto alla vita è sempre più calpestato, sconosciuto, violato. Invece, questa
campagna ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini di tutti i Paesi membri
dell’Unione sull’importanza del diritto alla vita. Quindi, serve anche a risvegliare
le coscienze, a tenerle vive su un tema per il quale oggi purtroppo la società contemporanea
è schierata su posizioni gravissime, che non tutelano, anzi violano il diritto alla
vita.
D. - Questo lo si fa sin dal titolo della campagna, "Uno di noi", riferito
al nascituro. È un chiaro messaggio…
R. - Sì, è un chiaro messaggio. Tra l’altro,
il titolo riprende un parere del Comitato nazionale di bioetica del 1996, in cui si
evidenziava come l’embrione goda della dignità propria dell’essere umano ed è uno
di noi. Questi principi poi sono stati anche ripresi - sia pure ad altro proposito
- in una recente sentenza della Corte di Giustizia, della fine del 2011, dove sostanzialmente
si riconosce che l’embrione gode della dignità che spetta ad ogni uomo, con tutta
una serie di conseguenze, limitatamente a quel caso su cui si è pronunciata la Corte
di Giustizia.
D. - La campagna si articola lungo il 2013, proclamato “Anno
della cittadinanza europea”. Come si può concretamente aderire alla campagna?
R.
- C’è sia lo strumento tradizionale, che consiste nella raccolta di firme in forma
cartacea, con appositi banchetti che - specie in Italia - il Movimento per la Vita
organizzerà, sia è possibile firmare questa iniziativa su Internet, connettendosi
o al relativo sito oppure, ancora più semplicemente, al sito del Movimento per la
Vita italiano, e da lì si è guidati immediatamente - fornendo il proprio nome, cognome
e documento di identità - a questa iniziativa. Ogni firma è veramente molto importante
per noi.
D. - Voi sottolineate che questa iniziativa serve all’Europa per ritrovare
la propria anima…
R. - Non bisogna dimenticare che il diritto alla vita è il
primo e il fondamento di tutti gli altri diritti, che oggi purtroppo - nonostante
il ragionamento sui diritti umani - è gravemente violato.