Sudan: in Sud Kordofan e Blue Nile popolazioni allo stremo
La crisi peggiora, soprattutto dal punto di vista umanitario in Sud Kordofan e Blue
Nile per mancanza di volontà da parte dei contendenti impegnati a scontrarsi sul terreno:
a sollevare l’allarme sulla situazione dei civili intrappolati dai combattimenti nelle
due regioni meridionali del Sudan è John Ging, coordinatore Onu per le operazioni
di assistenza umanitaria (Ocha) secondo cui è fondamentale riuscire ad avere accesso
immediato alle popolazioni nei due stati. Secondo i dati forniti dall’organismo delle
Nazioni Unite - riferisce l'agenzia Misna - il numero delle persone affette in vario
modo dai combattimenti “ha superato le 700.000 unità”, molti dei quali per sopravvivere
“sono costretti a mangiare foglie e radici”. Ging ha ammesso che nonostante gli sforzi,
nell’ultimo anno le organizzazioni umanitarie non sono riuscite ad arrivare alle popolazioni
colpite. “Il fatto che, nel 2013 migliaia di persone vivano in condizioni così disperate
è semplicemente inaccettabile” ha proseguito il responsabile Ocha secondo cui, finora,
le trattative per consentire accesso agli operatori umanitari, tra il governo di Khartoum
e i ribelli del Movimento per la liberazione del Sudan – Nord (Splm-N) non hanno portato
“a niente”. Il coordinatore ha riferito che ci sono tonnellate di aiuti e medicinali
bloccati nei container al limite delle zone colpite “ma che non riescono ad accedere
per mancanza di volontà politica da entrambe le parti”. Il Sudan accusa il governo
di Juba di sostenere la ribellione nelle due regioni di frontiera. Un’accusa smentita
dai responsabili del Sud che hanno più volte assicurato di aver interrotto ogni rapporto
con l’Splm-N. Lo scorso fine settimana, dopo l’ennesimo incontro ad Addis Abeba i
presidenti dei due Paesi hanno riconfermato l’impegno a creare una zona demilitarizzata
lungo la frontiera. (R.P.)