Filippine: a Mindanao chiese stracolme a Natale. Un segno di speranza per la pace
A Mindanao, regione a maggioranza musulmana, folle di fedeli, soprattutto giovani,
hanno riempito le chiese in queste festività natalizie, le prime senza la minaccia
concreta di attentati degli estremisti islamici. Tale clima è uno dei primi frutti
dello storico accordo fondamentale per il dialogo fra governo e Moro Islamic Liberation
Front (Milf) firmato lo scorso 15 novembre a Manila. Padre Giulio Mariani, missionario
del Pontificio Istituto Missioni Estere a Zamboanga, racconta all'agenzia AsiaNews
che "migliaia di persone hanno preso parte alla messa di mezzanotte, officiata in
tutte le chiese della regione. Un tal numero di fedeli, soprattutto giovani, non si
vedeva da anni". Secondo il sacerdote questo è un segno di speranza per questa isola
martoriata dalle violenze e dagli odi della quarantennale guerra fra esercito filippino
e ribelli musulmani. Padre Mariani sottolinea che la nascita di Gesù e le celebrazioni
per il nuovo anno, sono molto sentite nelle Filippine. La popolazione e le amministrazioni
cittadine non badano a spese per addobbare edifici religiosi, case, palazzi, strade.
"Anche a Zamboanga - continua - città dove vivono insieme cristiani e musulmani, tutti
godono di questo clima di felicità e gioia". Lunedì il Papa nel suo annuale discorso
ai diplomatici ha citato Mindanao come esempio dell'efficacia del dialogo per consentire
la convivenza fra religioni, nonostante le divisioni. L'elogio del dialogo fatto da
Benedetto XVI mette in luce la posizione della Chiesa filippina e dei missionari,
che da decenni sono in prima linea per lavorare con le varie comunità a estirpare
i pregiudizi e i semi di paura e odio che ancora dividono cristiani, musulmani e membri
di altre fedi. Per Angel Calvo, missionario clarettiano da quarant'anni nelle Filippine
e membro dell'Interreligious Solidarity Movement for Peace a Zamboanga, la firma dello
storico documento - che potrebbe portare a un reale accordo di pace nel 2015 - non
sarebbe stata possibile senza le strette relazioni fra leader musulmani e cristiani
nella società. "La qualità di questi rapporti - afferma il sacerdote - emerge proprio
durante le festività importanti come il Natale. Quest'anno diverse famiglie del nostro
gruppo hanno condiviso le festività con i loro amici musulmani. Tale tendenza riguarda
per ora solo una piccola parte della popolazione, che però testimoniano che un dialogo
fra le fedi è possibile anche da un punto di vista spirituale". (R.P.)