Caritas Giordania: rivolta nel campo di Zaatari, devastato dalla tormenta
Le tempeste di neve, vento e pioggia gelida abbattutesi sul Regno hashemita hanno
avuto effetti devastanti sul campo profughi di Zaatari, nel deserto giordano, dove
vivono ammassati in una situazione sempre più intollerabile 50mila dei rifugiati fuggiti
dalla guerra civile siriana. “Le tormente - riferisce all'agenzia Fides Wael Suleiman,
direttore di Caritas Giordania - hanno distrutto almeno 500 tende del campo. In mezzo
al deserto, i profughi vivono una condizione ormai insostenibile, in cui c'è da diventare
pazzi. Non abbiamo ancora notizie di morti, ma certo in molti si sentiranno male e
avranno bisogno di essere curati. Alcuni hanno ripreso la via della Siria. Preferiscono
i rischi di un Paese dilaniato della guerra alla prospettiva di veder morire i propri
bambini nell'inferno del campo profughi”. Dopo tre giorni di pioggia e neve, il fango
ha travolto le tende che ospitano i rifugiati, comprese quelle dove vivevano bambini
e donne incinte. Nel pomeriggio di ieri, alcuni profughi esasperati,hanno attaccato
con pietre e bastoni il personale dell'Onu e delle organizzazioni locali coinvolto
nella gestione del campo. “La situazione è esplosiva. Da tempo sosteniamo che il campo
di Zaatari andrebbe chiuso. Ma l'apertura di una nuova struttura nell'area di Zarqa,
data sempre per imminente, viene di volta in volta rinviata” spiega a Fides Suleiman.
La Caritas, che non è coinvolta nella gestione diretta del campo di Zaatari, davanti
alla drammatica situazione climatica ha distribuito negli ultimi giorni coperte, stufe
e cibo caldo a 30mila famiglie di profughi. Ma le iniziative di soccorso messe in
campo in Giordania appaiono in affanno davanti a un'emergenza umanitaria che si dilata
di giorno in giorno. “Se parliamo con quelli del governo - racconta a Fides il direttore
di Caritas Giordania - ci dicono che la questione dei rifugiati non è di loro competenza
diretta. Se andiamo dai funzionari dell'Onu, ci dicono che le risorse sono limitate
e non si può operare meglio di così. Intanto le cose peggiorano, e rischia di saltare
tutto”. I siriani espatriati in Giordania sono più di 280mila. E la cronicizzazione
del conflitto lascia prevedere un nuovo afflusso massiccio di profughi nei primi mesi
del 2013 appena iniziato. (R.P.)