2013-01-08 08:25:24

Venezuela: i vescovi chiedono di "non alterare" la Costituzione


Un appello a non “alterare la Costituzione”, e a tutelare il bene comune in “un momento difficile e incerto per il Paese” è stato rivolto lunedì da mons. Diego Padrón, presidente della Conferenza episcopale del Venezuela. Il riferimento, esplicito, è alle tensioni politiche alimentate dalla malattia del presidente Hugo Chávez. Il vescovo è intervenuto in apertura dell’Assemblea annuale della Conferenza episcopale, a soli tre giorni dal 10 gennaio: la data prevista per l’inizio del nuovo mandato di Chávez, ricoverato a Cuba in seguito a una nuova operazione per un tumore al bacino e alle prese con un’insufficienza respiratoria causata da un’infezione polmonare. “È un momento difficile e incerto – ha sottolineato mons. Padrón – che potrebbe condurre il Paese verso un crocevia pericoloso”. Secondo il presidente dei vescovi, i ben 25 comunicati del governo sulla salute di Chávez hanno contribuito a “confondere la popolazione” e ora l’unica certezza è che “il 10 gennaio finisce un mandato del presidente e ne comincia un altro”. “Questa assemblea non vuole intervenire nell’interpretazione della Carta fondamentale – ha aggiunto mons. Padrón – ma è in gioco il bene comune e alterare la Costituzione è moralmente inaccettabile”. Nei giorni scorsi il vice-presidente Nicolas Maduro ha sostenuto che la cerimonia di insediamento del capo dello Stato è una pura “formalità” e che Chávez potrebbe giurare anche in seguito, di fronte alla Corte suprema. Diversi osservatori hanno letto queste dichiarazioni alla luce dell’eventualità che giovedì il presidente non sia in condizioni di rientrare in Venezuela e prestare giuramento. Un fatto che secondo l’opposizione dovrebbe portare a una presidenza ad interim e a un ritorno alle urne pochi mesi dopo il voto dell’ottobre scorso. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 9 gennaio







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