2013-01-08 09:03:08

Lettera del card. Piacenza a tutte le madri dei sacerdoti e seminaristi


Una Lettera rivolta a tutte le madri dei sacerdoti e dei seminaristi. L'ha scritta nella solennità della Madre di Dio, celebrata il 1° gennaio, il prefetto della Congregazione per il Clero, il cardinale Mauro Piacenza. Un ringraziamento alle donne che "vivono la maternità anche solo spirituale" nei confronti di coloro che seguono la vocazione sacerdotale. Roberto Piermarini ha chiesto al porporato perchè ha voluto scrivere questa Lettera:RealAudioMP3

R. – Per il desiderio davvero sentito di incoraggiare e rivolgere un particolarissimo ringraziamento a tutte le mamme dei sacerdoti e dei seminaristi e - insieme ad esse - a tutte le donne, consacrate e laiche, che hanno accolto, anche per l'invito loro rivolto durante l'Anno Sacerdotale, il dono della Maternità spirituale nei confronti dei chiamati al ministero sacerdotale, offrendo la propria vita, la propria preghiera, le proprie sofferenze e le fatiche, come pure le proprie gioie, per la fedeltà e per la santificazione dei ministri di Dio, divenendo così partecipi, a titolo speciale, della maternità della Santa Chiesa, che ha il suo modello ed il suo compimento nella divina maternità di Maria Santissima.

D. - Eminenza, Lei scrive che la partecipazione che è data di vivere alla mamma del sacerdote è 'unica e speciale'. Perché?

R. - Nella novità, che Cristo opera nella vita di coloro che ha scelto e chiamato, tutti i familiari e tutte le persone più vicine sono coinvolti, ma è certamente unica e speciale la partecipazione che è data di vivere alla mamma del sacerdote. Uniche e speciali sono, infatti, le consolazioni spirituali, che le derivano dall'aver portato in grembo chi è divenuto ministro di Cristo. Ogni madre, infatti, non può che gioire nel vedere la vita del proprio figlio, non solo compiuta, ma investita di una specialissima predilezione divina che abbraccia e trasforma per l'eternità.

D. - Quanto ha influito nella stesura della Lettera la figura di santa Monica che ha pregato incessantemente per la conversione e la vocazione del proprio figlio Agostino?

R. - Certamente sant'Agostino è il gigante del primo millennio cristiano e lo stesso altissimo Magistero del Santo Padre Benedetto XVI aiuta tutta la Chiesa a gustare, ancora una volta, l'indispensabile contributo che il Vescovo di Ippona ha offerto al pensiero cristiano e allo stesso sviluppo della civiltà umana. Santa Monica, sua madre - le cui spoglie sono custodite nella Chiesa romana di sant'Agostino, nei pressi di piazza Navona - è certamente riferimento irrinunciabile per tutte le madri dei sacerdoti perché è un po’ un’icona. Sembra anche un po’ l’icona della Chiesa che prega, che prega per la conversione dei suoi figli e che gioisce poi mirabilmente nel momento in cui vede che i suoi figli si rivolgono a Dio. Quindi Santa Monica, è certamente riferimento irrinunciabile per tutte le madri dei sacerdoti. Le preghiere e le lacrime di Santa Monica, cristiana prima del figlio, hanno ottenuto dal Signore la grazia della conversione per Agostino ed anche la santità del figlio affonda le proprie radici remote in quella della madre.

D. - Quanto è importante il ruolo della famiglia per la crescita vocazionale dei figli?

R. – Qualche volta può capitare, anche da una famiglia totalmente lontana dalla pratica cristiana, addirittura anche da qualsiasi fede, che possa venir fuori un figlio ministro di Dio, un figlio santo, etc., però certamente il ruolo della famiglia è irrinunciabile. Questo è un fatto, che Dio può tirare fuori i figli di Dio anche dalle pietre, quindi anche da una famiglia scardinata, può benissimo fare uscire fuori una vita consacrata meravigliosa. Nella normalità dei casi l ruolo della famiglia è un ruolo assolutamente imprescindibile. Al punto che la vera "pastorale vocazionale", dovrebbe innanzitutto essere una autentica cura delle famiglie cristiane. Soprattutto in una epoca nella quale l'educazione è divenuta molto più complessa per tanti fatti, le famiglie, da sole, per quanto impegnate, di buona volontà, non sono in grado di resistere sempre all'urto violento dei relativismo dominante. La Chiesa è sempre alleata delle famiglie nell'opera educativa e, in questa alleanza per il bene, è prima collaboratrice anche per quel delicatissimo compito che è il discernimento vocazionale. La vocazione si accoglie nella fede, e le famiglie sono i primi luoghi di trasmissione, educazione e custodia della fede.

D. - Pensa di scrivere una Lettera anche sul ruolo del padre nella vocazione dei propri figli?

R. - Non è in programma, ma potrei pensarci, soprattutto in riferimento a San Giuseppe, che è il padre della Sacra Famiglia e che è un po’ il custode della grande vocazione del Redentore. La precedenza è stata data alle Madri, non certo per sottovalutazione del ruolo del padre, ma guardando al ruolo insostituibile di Maria Santissima, Madre di Dio, nella vita di Gesù. La paternità spirituale, inoltre, è qualcosa di già ampiamente assodato in ogni vocazione, mentre sentivo l'esigenza di sottolineare, ancora una volta, dopo l'Anno sacerdotale, il compito necessario della maternità spirituale e di anime che comprendano la preziosità di offrirsi per la causa della santificazione del Sacerdoti. Certamente, riflettere sul compito educativo dei papà rispetto ai figli nella trasmissione della fede, ed eventualmente nel sorgere della vocazione, potrà essere utile e non escludo di potermici dedicare. Vorrei ricordare in ultimo, sotto questa domanda, il ruolo del papà di Giovanni Paolo II. Egli, il Papa, ebbe a dire che il suo 'primo seminario' era stato, alla sera, vedere suo padre, a luce spenta, inginocchiato dal suo letto, mentre recitava il rosario. Quindi, questo ci fa pensare a molte cose nei ruoli dei papà!







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