2013-01-08 15:53:39

La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per trattamento inumano dei detenuti


L'Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha cosi’ condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati. Per il Presidente Napolitano la sentenza e' ''una mortificante conferma dell’incapacita' dell’Italia a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena''. Alessandro Guarasci :RealAudioMP3

L’Italia è bocciata per le sue carceri. 66 mila detenuti presenti, per una capienza regolamentare di 44 mila posti. In sette o in otto in celle fatte per 4 persone al massimo. Il caso specifico si riferisce a sette detenuti nelle carceri di Busto Arsizio e Piacenza che hanno denunciato il fatto di aver dovuto condividere con altri due persone una cella di 9 metri quadrati, e lamentato la mancanza di acqua calda e in alcuni casi di un'adeguata illuminazione delle celle. Il tribunale di Strasburgo dà tempo un anno all’Italia per rimediare e annuncia nuove sentenze. Il Presidente Napolitano mette in luce l’incapacità dell’Italia di provvedere ai diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena. Il ministro della Giustizia Severino si dice avvilita ma non stupita. Quella dell'emergenza carceraria e' una "assoluta priorita'" che il nuovo Parlamento dovra' affrontare, dice l’Associazione Nazionale Magistrati. E il presidente del Forum per la Sanità Penitenziaria, Di Giovan Paolo, ricorda che nella scorsa legislatura è mancato poco per l’approvazione di misure alternative al carcere. Sulla stessa linea l’eurodeputato Luca Volontè, intervistato da Fausta Speranza:RealAudioMP3

R. – E’ una condanna che non sorprende assolutamente. Purtroppo la situazione del carcere è conosciuta non solo in Italia, da chi è in carcere ovviamente e dalla politica e dal volontariato, ma anche in Europa. Questa è una delle ragioni per cui qualche mese fa con molti colleg.aIbiamo presentato una richiesta di rapporto sulla situazione delle carceri in tutta Europa, Italia inclusa ovviamente, e il relatore di questo rapporto sarà un italiano, sarà l’ex sottosegretario alla giustizia, Luigi Vitali. Speriamo che, oltre a questa condanna, con questo lavoro che è iniziato da qualche mese, si possa arrivare ad una soluzione umana per le carceri in tutta Europa e anche in Italia, soprattutto.

D. – Quale può essere, dunque, la pressione politica da parte dell’Europa dopo questa condanna che, chiaramente, ha un fortissimo significato?

R. – Intanto, bisogna attuare la sentenza. L’Italia non potrà derubricare questa sentenza come se fosse uno dei tanti richiami senza senso. Non vale ovviamente solo per questo governo, ma è un giudizio sulla politica italiana degli ultimi 20 anni almci eno. Chiederanno degli interventi precisi e il nostro Paese dovrà adeguarsi – penso - nei prossimi mesi.

D. – Ch aspetta da Roma nell’immediato?

R. – Mi aspetto – e sono certo – che l’atteggiamento dell’attuale ministro di Grazia e Giustizia italiana non sarà un commpnto scontato sulla sentenza, ma sarà un’altrettanta dura presa di posizione e invito alle forze politiche, nel prossimo Parlamento, a fare il proprio dovere. Dopo tutto, non possiamo dimenticare che il provvedimento sulle pene alternative poteva essere trasformato in legge, invece per pigrizia e per cattiva volontà non è stato fatto. Non era la soluzione definiieducazioneoteva avvicinare ad una soluzioarcere più umano che – come dice la nostra Costituzione – consenta la redenzione.

entare europeo cristian’ una gros,sissima sconfitta. Io sono stato il solo parlamentare italiano - fino alla prossima legislatura ovviamente – e da 16 anni ne abbiamo parlato tantissime volte. Uno spiraglio di attenzione fattiva, non solo teorica, si era isto subito dopo l’appello di Giovanni Paolo II nella sua visita alla Camera e al Senato della Repubblica. Purtroppo, dal quel momento in poi, si è punto di osservazionergomento per polemiche politiche elettorali piuttosto che per risolvere invece il problema reale.

D. – Dall’Osservatorio di Strasburgo – lei è parlamentare del Consiglio d’Europa – qual è la situazione nel resto dei Paesi europei?

R. – Il lavoro sta cominciando. Ci sono stati rapporti anche negli anni passati. Sullo stesso tema l’Osservatorio ci dice che la situazione è molto grave in alcuni Paesi, tra cui certamente, purtroppo, spicca l’Italia, è grave in un’altra decina di Paesi e decente o eccellente in un’altra ventina di Paesi. Quindi, in almeno più di una metà dei Paesi del Consiglio d’Europa, i carcerati vivono la propria pena come una condanna definitiva, senza nessuna possibilità di redenzione, anche in situazioni assolutamente inumane. Alcune di queste situazioni sono gravissime, come quella del nostro Paese, ed altre meno gravi. Ci sono situazioni anche diverse.







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