La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per trattamento inumano dei
detenuti
L'Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione
meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha cosi’
condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati. Per il Presidente
Napolitano la sentenza e' ''una mortificante conferma dell’incapacita' dell’Italia
a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione
di pena''. Alessandro Guarasci :
L’Italia è bocciata
per le sue carceri. 66 mila detenuti presenti, per una capienza regolamentare di 44
mila posti. In sette o in otto in celle fatte per 4 persone al massimo. Il caso specifico
si riferisce a sette detenuti nelle carceri di Busto Arsizio e Piacenza che hanno
denunciato il fatto di aver dovuto condividere con altri due persone una cella di
9 metri quadrati, e lamentato la mancanza di acqua calda e in alcuni casi di un'adeguata
illuminazione delle celle. Il tribunale di Strasburgo dà tempo un anno all’Italia
per rimediare e annuncia nuove sentenze. Il Presidente Napolitano mette in luce l’incapacità
dell’Italia di provvedere ai diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio
e in esecuzione di pena. Il ministro della Giustizia Severino si dice avvilita ma
non stupita. Quella dell'emergenza carceraria e' una "assoluta priorita'" che il nuovo
Parlamento dovra' affrontare, dice l’Associazione Nazionale Magistrati. E il presidente
del Forum per la Sanità Penitenziaria, Di Giovan Paolo, ricorda che nella scorsa legislatura
è mancato poco per l’approvazione di misure alternative al carcere. Sulla stessa linea
l’eurodeputato Luca Volontè, intervistato da Fausta Speranza:
R. – E’ una
condanna che non sorprende assolutamente. Purtroppo la situazione del carcere è conosciuta
non solo in Italia, da chi è in carcere ovviamente e dalla politica e dal volontariato,
ma anche in Europa. Questa è una delle ragioni per cui qualche mese fa con molti colleg.aIbiamo
presentato una richiesta di rapporto sulla situazione delle carceri in tutta Europa,
Italia inclusa ovviamente, e il relatore di questo rapporto sarà un italiano, sarà
l’ex sottosegretario alla giustizia, Luigi Vitali. Speriamo che, oltre a questa condanna,
con questo lavoro che è iniziato da qualche mese, si possa arrivare ad una soluzione
umana per le carceri in tutta Europa e anche in Italia, soprattutto.
D. – Quale
può essere, dunque, la pressione politica da parte dell’Europa dopo questa condanna
che, chiaramente, ha un fortissimo significato?
R. – Intanto, bisogna attuare
la sentenza. L’Italia non potrà derubricare questa sentenza come se fosse uno dei
tanti richiami senza senso. Non vale ovviamente solo per questo governo, ma è un giudizio
sulla politica italiana degli ultimi 20 anni almci eno. Chiederanno degli interventi
precisi e il nostro Paese dovrà adeguarsi – penso - nei prossimi mesi.
D.
– Ch aspetta da Roma nell’immediato?
R. – Mi aspetto – e sono certo – che l’atteggiamento
dell’attuale ministro di Grazia e Giustizia italiana non sarà un commpnto scontato
sulla sentenza, ma sarà un’altrettanta dura presa di posizione e invito alle forze
politiche, nel prossimo Parlamento, a fare il proprio dovere. Dopo tutto, non possiamo
dimenticare che il provvedimento sulle pene alternative poteva essere trasformato
in legge, invece per pigrizia e per cattiva volontà non è stato fatto. Non era la
soluzionedefiniieducazioneoteva avvicinare ad una soluzioarcere più umano
che – come dice la nostra Costituzione – consenta la redenzione.
entare europeo
cristian’ una gros,sissima sconfitta. Io sono stato il solo parlamentare italiano
- fino alla prossima legislatura ovviamente – e da 16 anni ne abbiamo parlato tantissime
volte. Uno spiraglio di attenzione fattiva, non solo teorica, si era isto subito dopo
l’appello di Giovanni Paolo II nella sua visita alla Camera e al Senato della Repubblica.
Purtroppo, dal quel momento in poi, si è punto di osservazionergomento per polemiche
politiche elettorali piuttosto che per risolvere invece il problema reale.
D.
– Dall’Osservatorio di Strasburgo – lei è parlamentare del Consiglio d’Europa – qual
è la situazione nel resto dei Paesi europei?
R. – Il lavoro sta cominciando.
Ci sono stati rapporti anche negli anni passati. Sullo stesso tema l’Osservatorio
ci dice che la situazione è molto grave in alcuni Paesi, tra cui certamente, purtroppo,
spicca l’Italia, è grave in un’altra decina di Paesi e decente o eccellente in un’altra
ventina di Paesi. Quindi, in almeno più di una metà dei Paesi del Consiglio d’Europa,
i carcerati vivono la propria pena come una condanna definitiva, senza nessuna possibilità
di redenzione, anche in situazioni assolutamente inumane. Alcune di queste situazioni
sono gravissime, come quella del nostro Paese, ed altre meno gravi. Ci sono situazioni
anche diverse.