Siria: dura critica di Usa e Ue al discorso in tv di Assad
Continuano le reazioni internazionali al discorso del presidente siriano Assad, che
è tornato in tv per ribadire che continuerà ad usare la forza e a non negoziare con
i ribelli. Intanto, proseguono gli scontri nei sobborghi di Damasco e i bombardamenti
nel Paese. Il servizio di Roberta Barbi:
Il mondo dice
"no", a gran voce, al presidente siriano Assad che è tornato in tv, dove mancava dal
novembre scorso, per ribadire che non negozierà con i ribelli, per ringraziare pubblicamente
Russia, Cina e Iran e per fare appello alla mobilitazione nazionale contro quelli
che ha definito "gli estremisti". Il presidente ha anche proposto, per porre fine
alla guerra civile nel Paese, una modifica della Costituzione, la formazione di un
nuovo governo e un’amnistia. “Una soluzione sconnessa dalla realtà, che significa
solo la sua volontà di restare al potere e di ostacolare la transizione”, la definiscono
gli Stati Uniti, mentre la Francia denuncia una “negazione della realtà per giustificare
la repressione del popolo” e, insieme al capo della diplomazia europea Ashton torna
a chiederne la deposizione come “condizione irrinunciabile per la transizione politica”.
“Promesse vuote”, le ha definite anche il ministro degli Esteri britannico Hague.
Per tutta risposta, l’esercito siriano ha lanciato stamani un nuovo attacco nei sobborghi
di Damasco, a Daraya, mentre proseguono i disordini per il controllo dell’aeroporto
di Taftanaz e i bombardamenti a Dayr az Zor e sulle province di Hama e Homs.