Siria: Assad ribadisce che non negozierà con i violenti. L’Ue chiede le dimissioni
del presidente
Dure le reazioni al discorso, ieri in tv, del presidente Assad che ha assicurato la
prosecuzione del conflitto, perché non intende dialogare con i ribelli, nuovamente
definiti terroristi. In questo scenario il presidente egiziano Morsi sottolinea che
Assad va giudicato per "crimini di guerra". Il servizio di Marina Calculli:
Assad è tornato
a pronunciarsi pubblicamente a distanza di sei mesi dall'intervista esclusiva concessa
a "Russia today". Il raiss ha parlato nella casa della cultura e delle arti in centro
a Damasco di fronte a una folla pladuente, deplorando lo spargimento di sangue e insistendo
fortemente su una soluzione politica che tuttavia non contempla una sua uscita di
scena. Nel suo discorso Bashar ha sostituito all'immagine del popolo diviso quella
della pattria contro i suoi nemici, facendo esplicito riferimento a gang di terroristi
che prendono oridni dai Paesi stranieri, mentre la Siria, ha sottolineato Assad, accetta
consigli ma non prende ordini da nessuno. La condizione prioritaria per il raiss è
la chiusura dei rubinetti di armi e denaro che dall'esterno riforniscono i ribelli.
Come prevedibile, però, l'opposizione ha rifiutato in blocco la proposta del presidente,
ribadendo che alcuna soluzione è possibile se Assad non lascerà prima il potere. Nel
frattempo la guerra civile in Siria continua a mietere le sue vititme. Ieri sono morte
altre 70 persone tra civili, ribelli e soldaiti lealisti.