L’appello per la grazia a Rizana Nafeek, condannata a morte in Arabia Saudita
L’associazione per i diritti umani Asian Human Rights lancia l’allarme sul caso di
Rizana Nafeek, la donna di origine srilankese dal 2007 nel braccio della morte in
Arabia Saudita con l’accusa di aver ucciso il bambino della famiglia presso cui prestava
servizio, che potrebbe essere giustiziata “da un momento all’altro”. Per la sua liberazione,
che per mesi il governo di Colombo ha definito “vicina” ma che ora sembra lontana
più che mai secondo quanto riportato da AsiaNews, occorrerebbe anche il perdono della
famiglia, che in genere si ottiene attraverso trattative diplomatiche, invocando la
compassione oppure pagando. La donna, musulmana, era arrivata in Arabia Saudita nel
2005 per lavorare come cameriera e dopo la morte del neonato che era sotto la sua
responsabilità, è stata formalmente accusata e costretta a firmare una confessione
forzata senza conoscerne il contenuto, in quanto scritta in arabo, lingua a lei sconosciuta.
Recentemente la vicenda sembrava giunta a un punto di svolta positivo, in seguito
ad alcune dichiarazioni del principe ereditario del regno, ma secondo Asian Human
Rights allo Sri Lanka sarebbe già stata comunicata l’imminenza dell’esecuzione. (R.B.)