Domenica di piena campagna elettorale, mentre una nuova inchiesta giudiziaria coinvolge
la Lega
Una domenica di piena campagna elettorale quella che ha vissuto ieri la politica italiana.
Ancora un duello a distanza tra Monti e Berlusconi, mentre il Pd lavora alle liste
dei candidati che tutti i partiti devono presentare la prossima settimana. Servizio
di Giampiero Guadagni:
Criticato da
Pdl e Pd per la decisione di formare una propria lista, Monti nega che con i leader
della maggioranza che sosteneva il governo tecnico ci fosse un’intesa per non candidarsi.
Un’ipotesi che il premier uscente non considerava, ma poi - spiega - ho visto molte
preoccupazioni nell'economia italiana e all'estero. Monti parla poi di tasse: c’è
la possibilità, afferma, di ridurre l'Irpef e congelare l'Iva a luglio, ma occorre
ridurre di più la spesa pubblica. Quanto all’ Imu, va modificato e il gettito va destinato
maggiormente ai comuni. Ma questa imposta, afferma Monti, è frutto del precedente
governo di cui faceva parte Tremonti. Una risposta all’ex ministro dell’Economia che
suggerisce agli italiani di ricorrere alla Consulta contro la tassa sugli immobili
a suo giudizio incostituzionale. Una iniziativa molto apprezzata dalla Lega, che vede
in Tremonti il possibile candidato premier del centrodestra, ma intanto è alle prese
con una nuova inchiesta della procura di Roma sulle spese del gruppo parlamentare
del Senato. Berlusconi comunque stringe i tempi per chiudere l’alleanza con il Carroccio
e porta un nuovo attacco a Monti: è solo una comparsa, la sua lista, afferma l’ex
premier, è stata messa in campo per portare voti alla sinistra sotto mentite spoglie.
E sono ore frenetiche anche nel Pd, che sta completando le liste dei candidati che
martedì saranno votate dalla direzione nazionale. Rischiano di rimanere fuori gli
esponenti più vicini a Monti. Intanto i primi sondaggi dopo la salita in campo del
professore danno la sua coalizione intorno al 15%, il Pdl in crescita, mentre il centrosinistra
è ancora saldamente in testa.