Celebrazioni in carcere e con le comunità immigrate ieri a Genova per il card. Bagnasco
Umiltà e verità per arrivare a Dio contro intolleranze religiose, fondamentalismi,
pregiudizi e carceri rispettose dell'individuo: i moniti del cardinale Bagnasco all'Epifania
in due celebrazioni presiedute a Genova. Dino Frambati:
Esortazioni
e moniti che fanno riflettere quelli che, poche ore fa presso la cattedrale genovese
di San Lorenzo, abbiamo ascoltato dall'arcivescovo e presidente Cei, cardinale Angelo
Bagnasco, in occasione della messa per i Migrantes e la Festa dei Popoli. “Le nazioni
della terra non temano Cristo – ha affermato - popoli e persone devono percorrere
la strada dell'umiltà e della verità, che tiene lontani dall'intolleranza, anche religiosa”.
“Nazioni della terra - ha detto il porporato - non abbiate paura di Cristo. Non viene
a portarvi via un regno, ma viene perché il vostro regno sia pieno di giustizia, bontà
e pace”- E per specificare meglio il concetto ha ricordato Erode. Ha visto il suo
regno diventare “di morte, di crudeltà”, ha sottolineato. Ha avuto paura di Gesù “che
gli portasse via potere, gloria”, mentre “Gesù – ha insistito l'arcivescovo - nasce
solo per portare amore, pace e giustizia”. Da seguire, ha indicato Bagnasco, umiltà
e verità per arrivare a Dio, “a quella luce di Betlemme che ormai non si può più spegnere.
Anche se in troppe parti mondo si tenta ancora, come Erode, di uccidere la luce con
intolleranza religiosa, persecuzione, violenza e morte”. La strada della libertà di
popoli e nazioni è fuggire da pregiudizi, fondamentalismi, non lasciarsi “schiavizzare
da pregiudizi, ideologie che imprigionano la verità delle cose “perché popoli e persone
possano essere illuminati dalla santa luce che scende dal cielo”. Questa mattina invece,
celebrando messa nel carcere di Pontedecimo, dove prevalgono le detenute, ha ribadito
la necessità di detenzione umana, dignitosa e riabilitativa.