2013-01-05 10:51:13

Filippine: petizione dei gruppi pro vita contro la legge sulla salute riproduttiva


A meno di quindici giorni dall’entrata in vigore nelle Filippine della Reproductive Health Bill (Legge sulla salute riproduttiva, Rh-Bill) alcuni gruppi pro vita hanno espressamente chiesto alla Corte suprema di fermare l’attuazione della controversa legge. In una petizione di venticinque pagine – riferisce L’Osservatore Romano - una coppia di filippini, James e Lovely Imbong, a nome dei loro figli minori e del Magnificat Child Development Center, hanno sottolineato che «la legge sulla salute riproduttiva si fa beffa della cultura filippina e della nazione e non prende in considerazione molteplici fattori». Poco prima di Natale, il presidente delle Filippine, Benigno Aquino, ha firmato la controversa legge che promuoverà la contraccezione, l’educazione sessuale e i programmi di pianificazione familiare contestata con forza dalla Chiesa cattolica del Paese. La normativa prevede il finanziamento statale a politiche di pianificazione familiare e di controllo delle nascite, incluse campagne per facilitare l'accesso agli anticoncezionali. Gruppi femminili e altri sostenitori della legge hanno elogiato Aquino per aver accelerato l’approvazione della Rh-Bill che era ferma in Congresso da tredici anni. I firmatari della petizione sostengono invece che la legge 10354, la legge che viene fatta passare per uno strumento utile a promuovere una genitorialità responsabile e la tutela della salute riproduttiva, è illegale e dovrebbe essere fermata prima possibile.«Questo atto — sostengono i promotori della petizione — afferma l'illegittimità di una legge che tradisce la cultura filippina, con i suoi valori nobili e alti e fondata sulla vita, sulla maternità e la vita familiare, che oggi si trova invece isolata e in una posizione di fiero contrasto con altre nazioni». Tra i firmatari della petizione vi sono il segretario esecutivo Paquito Ochoa, il segretario al Bilancio, Florencio Abad, il segretario alla Salute, Enrique Ona, il segretario all’Educazione, Armin Luistro, e il segretario all’Interno e agli Enti locali Manuel Roxas ii. In circa una dozzina di disposizioni, le ventiquattro pagine della legge ricordano ripetutamente che i farmaci abortivi sono vietati, ma chiede agli operatori sanitari che prestino assistenza a quanti subiscono complicazioni da aborti illegali. In base alla legge, il Governo dovrà assumere altri operatori sanitari nei villaggi che distribuiranno contraccettivi, specialmente ai poveri, e forniranno istruzioni sui metodi naturali di pianificazione familiare che la Chiesa approva. Il Governo inoltre dovrà formare insegnanti che forniranno un’educazione sanitaria riproduttiva agli adolescenti, adeguata alla loro età e allo sviluppo. Essa comprende informazioni sulla protezione contro le discriminazioni e gli abusi sessuali, la violenza contro donne e bambini. (I.P.)







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