2013-01-04 08:11:02

Indonesia. Appello dell’arcivescovo di Giacarta per la libertà di culto nel Paese


«Tutte le comunità religiose in Indonesia devono essere messe nelle condizioni di poter costruire i propri luoghi di culto»: è l’appello lanciato dall’arcivescovo di Giacarta, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, durante una celebrazione eucaristica. Il presule – riferisce L’Osservatore Romano - ha esortato le autorità statali «a prendere le misure necessarie» per garantire il rispetto della libertà di culto. Nel Paese, a maggioranza musulmana, l’edificazione di luoghi di culto cristiani e di altre fedi è caratterizzata da procedure complesse, che vengono di frequente prese a pretesto per impedire lo sviluppo delle comunità. I municipi, spesso dietro pressione dei gruppi estremisti musulmani, non rilasciano o ostacolano i permessi edilizi, oppure li ritirano una volta già concessi. Mons. Suharyo Hardjoatmodjo ha citato, come esempio, la situazione nella quale versano i fedeli delle comunità protestanti di Bekasi e di Bogor che hanno trascorso la vigilia di Natale all’aperto di fronte al palazzo presidenziale di Giacarta, in segno di denuncia della loro difficile situazione. Come accennato, l’iter da seguire per ottenere i permessi edilizi è tortuoso. La costruzione di una chiesa o di altro luogo di culto deve avvenire nel rispetto di una complicata delibera concessa per iscritto dai municipi che consente di dare apertura al cantiere. Si tratta dell’Izin Mendirikan, una procedura amministrativa che per il suo completo termine richiede anche diversi anni. È previsto inoltre che ogni comunità per edificare una chiesa o un tempio debba contare su almeno novanta fedeli e avere anche l’approvazione di almeno sessanta persone affiliate ad altre religioni. Di conseguenza i fedeli delle comunità parrocchiali sono costretti a riunirsi in strutture di fortuna. L’arcivescovo di Giacarta ha osservato che ad alcune comunità «non è permesso costruire i luoghi di culto di cui necessitano e, per questo motivo, i fedeli sono costretti a pregare dove possono e spesso in circostanze che sono lungi da quelle che sono considerate ideali».A Bekasi, per esempio, i fedeli della Batak Christian Protestant Church lottano dal 2007 per l’edificazione di una struttura idonea dove potersi riunire per pregare. La comunità protestante è anche diventata obiettivo di violenze perpetrate dai gruppi di estremisti musulmani. Le autorità municipali, come accennato, agiscono non di rado su pressione delle organizzazioni politiche che strumentalizzano la religione per raggiungere il potere. «La comunità musulmana — ha spiegato l’arcivescovo di Semarang, Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta — è generalmente tollerante, ma emergono tuttavia dei gruppi estremisti che vogliono ottenere i loro obiettivi con la violenza». Nonostante il timore di attacchi, in occasione del Natale, musulmani e cristiani hanno voluto ugualmente condividere il messaggio di pace: è il caso, per esempio, della chiesa cattolica di San Francesco Saverio, a Semarang, nello Java centrale, dove un gruppo di musulmani ha partecipato alla Messa.







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