I vescovi europei e nordamericani: non dimentichiamo i cristiani di Terra Santa
Inizia oggi l’incontro annuale dei vescovi del Coordinamento delle Conferenze episcopali
europee e nord-americane a sostegno della Terra Santa. L’evento, giunto alla sua 13.ma
edizione, viene ospitato quest’anno a Betlemme. Scopo dell’iniziativa, promossa dal
1998 dalla Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, è di esprimere la comunione
e la solidarietà della Chiesa universale con la comunità cristiana locale e di rafforzare
la speranza della pace nella regione. Quali i momenti principali dell’evento? Veronica
Scarisbrick lo ha chiesto a uno degli organizzatori, mons. William Kenney,
vescovo ausiliare di Birmingham e portavoce per le questioni europee della Conferenza
episcopale inglese e gallese:
R. – I think some of the highlights could be
visiting refugees … Penso che tra i momenti principali ci sia la visita ai rifugiati,
sia in Giordania, sia in molte zone della Palestina; inoltre cercheremo di capire
quello che è successo nella recente guerra nella Striscia di Gaza e come questo possa
colpire le minoranze cristiane. La nostra attenzione si rivolgerà poi al persistente
problema dell’occupazione e della situazione dei cristiani.
D. – Ogni anno,
la visita si svolge sullo sfondo di un contesto particolare…
R. – I do agree
with that, because the context keeps changing. … Sì, sono d’accordo: infatti, il
contesto continua a cambiare. Oggi ci troviamo in un contesto politico particolare:
nelle prossime settimane Israele andrà alle urne. Abbiamo la situazione in Siria,
di fronte alla quale nessuno si può nascondere, insieme alle minacce di Israele di
entrare in conflitto con l’Iran. Tutto ciò crea molto disagio – penso in particolare
alla situazione siriana, che è molto grave perché certamente nessuno sa cosa realmente
potrebbe succedere qualora un Paese chiave come questo vada fuori controllo: e temo
fortemente che il prezzo più grande lo pagheranno i rifugiati ed i poveri.
D.
– Certamente, la preghiera è una parte importante di questo pellegrinaggio …
R.
– It is, indeed. We will, of course, each day … Sì, certamente. Ci riuniremo in
preghiera ogni giorno, celebreremo insieme la Messa. Faremo visita alle parrocchie
comprese nel Patriarcato latino e nelle sue giurisdizioni e alle rappresentanze degli
altri riti. La preghiera è sicuramente una parte importantissima di questo pellegrinaggio.
D.
– E’ passato un anno dalla sua ultima visita. Pensa che questi incontri ottengano
il risultato sperato?
R. – I think the visits always serve a purpose to the
extent that … Penso che queste visite raggiungano sempre lo scopo, nella misura
in cui dicono alla gente – soprattutto alle sorelle e ai fratelli cristiani – che
noi continuiamo a prenderci cura di loro, che non li abbiamo dimenticati. Quindi,
penso che comunque raggiungiamo lo scopo. La situazione è sempre diversa e l’organizzazione
di questo pellegrinaggio è sempre difficile: la situazione è in continua evoluzione
e a volte il programma deve essere cambiato quando siamo sul posto a seconda dell’evento
che si verifica. Non sempre è possibile pianificare e quindi mettere in pratica il
programma. Come ho già detto, la cosa più importante è che le persone vedano che noi
andiamo da loro, capiscano che noi ci preoccupiamo dei loro problemi e che quando
torneremo a casa proveremo almeno a far sì che i nostri governi ne prendano coscienza
…