2013-01-03 12:45:23

Haiti: per il nuovo anno il vescovo di Gonaives auspica la rinascita del popolo haitiano


“Ognuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, prendendosi carico del presente e del futuro del popolo haitiano con scelte sagge e intelligenti” perché possa rinascere e diventare padrone del suo destino. È un invito, ma anche un auspicio quello lanciato dal vescovo haitiano di Gonaives Yves-Marie Péan per il 2013. Al “Te Deum” di ringraziamento per l’anno appena concluso e per la festa dell’indipendenza di Haiti, celebrato il 1° gennaio nella cattedrale San Carlo Borromeo di Gonaives, il presule ha ricordato innanzitutto i tanti haitiani che ancora soffrono nel Paese: i disoccupati; i disabili; i malati; le vittime del sisma del 2010 e degli uragani e delle inondazioni che si sono abbattuti sull’isola in questi anni; i senza-tetto; i giovani preoccupati per il loro avvenire e tutti i poveri. “Sono ancora troppi - ha detto - i nostri concittadini che non hanno accesso né all’acqua potabile, a una casa decente o all’istruzione e che vivono in condizioni di vita incompatibili con quell’Uomo di cui ci parlano le Scritture fatto ad immagine e somiglianza con Dio”. Per questo “l’Uomo haitiano” è chiamato a contribuire in prima persona a migliorare le condizioni di vita della Nazione: “Se rinuncierà ad usare le facoltà donategli da Dio e andrà al rimorchio di qualcun un altro che pensi, decida e programmi per lui – ha ammonito mons. Péan - diventerà l’artefice delle sue disgrazie. Se non assumerà il controllo del proprio patrimonio sociale, storico, culturale e religioso e delle sue risorse naturali, o rinuncerà alla sua autodeterminazione contribuirà alla propria sconfitta”. Ma Haiti ha anche bisogno “di un clima di dialogo nella verità della riconciliazione, della tolleranza e della coesione sociale e di una cooperazione rispettosa: tutto questo – ha sottolineato il vescovo di Gonaives - contribuirà alla stabilità sociale e politica e alla pace” che “non è un sogno o un’utopia”, ma è possibile e “raggiungibile con la grazia di Dio”. In conclusione, una nota di speranza: “Oggi per fortuna è cresciuta la consapevolezza che il problema di Haiti, oltre ad essere quello che è, è l’uomo: l’uomo haitiano deve rinascere, essere rimodellato per diventare un uomo nuovo, animato dall’amore, dalla giustizia, dall'armonia, la pace e l’aiuto al prossimo, la coscienza di sé, sia individuale che collettiva, e convincersi della necessità di rompere con un passato dominato dalla mancanza di rispetto, dal disprezzo delle regole, dall’anarchia, dall’egoismo e dalla la vanità. Dobbiamo impegnarci totalmente per realizzarci e crescere nella nostra umanità”, ha concluso mons. Péan. (A cura di Lisa Zengarini)







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