Udienza generale. Il Papa: fiducia in Dio sempre, anche fra le prove più ardue
La questione sull’origine di Gesù è stata al centro della catechesi di Benedetto XVI
durante la prima udienza generale del 2013, in Aula Paolo VI. Gesù è originario di
Nazareth, è nato a Betlemme, ma la sua vera origine – ha affermato il Papa – è il
Padre: “è il Figlio Unigenito del Padre, viene da Dio”. “Il Natale del Signore – ha
aggiunto – illumina ancora una volta con la sua luce le tenebre che spesso avvolgono
il nostro mondo e il nostro cuore, portando speranza e gioia”. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
In questo tempo
di Natale, ricorda il Papa, celebriamo “il mistero grande e sconvolgente” del Figlio
di Dio che, “per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine
Maria”:
“E’ questo un annuncio che risuona sempre nuovo e che porta in sé
speranza e gioia al nostro cuore, perché ci dona ogni volta la certezza che, anche
se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficoltà e al male del
mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza”.
Dio
ha scelto Maria, “un’umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie
più lontane del grande impero romano”. “Senza di lei – sottolinea Benedetto XVI –
l’ingresso di Dio nella storia dell’umanità non sarebbe giunto al suo fine”. “A volte,
anche nel cammino e nella vita di fede – aggiunge il Santo Padre – possiamo avvertire
la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire
al mondo”. Ma in ogni frangente non siamo soli:
“Sempre, anche in mezzo
alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando
la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria.
Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno
sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza”.
“Ogni volta che recitiamo
il Credo, la Professione di fede – ricorda il Pontefice – ripetiamo queste parole:
per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria”:
“A
questa frase chiniamo il capo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire,
aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele,
Dio con noi”.
La fede – spiega il Papa – porta in noi “una novità così
forte da produrre una seconda nascita”. Infatti, all’inizio dell’essere cristiani
c’è il Battesimo, un dono conferito gratuitamente che ci fa rinascere come figli di
Dio:
“Solo se ci apriamo all’azione di Dio, come Maria, solo se affidiamo
la nostra vita al Signore come ad un amico di cui ci fidiamo totalmente, tutto cambia,
la nostra vita acquista un nuovo senso e un nuovo volto: quello di figli di un Padre
che ci ama e mai ci abbandona”.
Salutando i pellegrini di lingua italiana,
il Papa ha infine espresso l’auspicio che i giovani sappiano “considerare ogni giorno
del nuovo anno come un dono di Dio”, che gli sposi novelli realizzino “un’autentica
comunione di vita e d’amore” e che il nuovo anno porti ai malati “consolazione nel
corpo e nello spirito”.