Stupri in India. Mons. Machado:"Globalizzazione e consumismo danneggiano la famiglia"
"La famiglia indiana,
oggi, è influenzata in modo negativo dalla globalizzazione e dal consumismo. I ragazzi
non hanno un’educazione ai valori e all’etica. Il mondo è diventato troppo orientato
al relativismo morale". Sono le parole con cui mons. Felix Antony Machado,
arcivescovo di Vasai, a Nord di Bombay (India), commenta la tragica morte
di una ragazza di 23 anni di New Delhi, vittima di uno stupro di gruppo, che sta indignando
la popolazione del Paese asiatico. "In questo caso la colpa non è solamente di
coloro che hanno commesso la violenza - aggiunge il presule - ma anche di una società
che molte volte sottovaluta la vita delle donne. Ma non tutta l’India è così".
Il vescovo è poi molto critico circa la possibilità che, sull'onda dell'emotività
e della rabbia causate da questo gravissimo episodio, e di altri episodi simili verificatisi
nelle ultime ore, sia varata una legge che condanni a morte gli autori di violenze
contro le donne. "Purtroppo la pena capitale - commenta - è già ammessa per altri
reati in India, ma si tratta di leggi che vanno contro l'insegnamento della morale
e della Chiesa". Ci tiene invece a sgomberare il campo da ogni dubbio che lo stupro
sia riconducibile alla tradizione culturale indiana il giornalista e antropologo
Alessandro Cisilin. "Certo si tratta di un fenomeno gravissimo. Sono 25.000
i casi di violenza sulle donne registrati solo nell'ultimo anno in India, con un incremento
dell'800% rispetto a 40 anni fa. Ma in Europa e in Italia purtroppo le cifre non sono
affatto migliori e anche da noi la tradizione giuridica ha registrato gravissimi ritardi.
E, soprattutto, i casi che si verificano in India riguardano proprio i contesti che
più si sono allontanati dalla tradizione culturale e rurale indiana. Le violenze avvengono
infatti nel Nord del Paese, in contesti urbani, nell'ambito della middle-class. Quindi
collegare gli stupri alla tradizione indiana è solo frutto dell'ennesima etichettatura
post-coloniale dei mass-media". (A cura di Fabio Colagrande)