In Siria per un nuovo massacro di civili. Tra i 200 morti in sole 48 ore – riferiscono
i ribelli – ci sarebbero anche 23 bambini. Intanto sembra aprirsi uno spiraglio dopo
che il mediatore Onu-Lega Araba Brahimi ha annunciato la messa a punto di un nuovo
piano condiviso. Il servizio di Marina Calculli:
L’emissario
internazionale per la Siria Lakhdar Brahimi ha affermato ieri dal Cairo di avere in
mano un piano accettabile per la comunità internazionale. La soluzione sarebbe basata
sulla dichiarazione di Ginevra, prevede dunque il cessate il fuoco immediato, la formazione
di un governo di transizione e una chiamata alle urne per decidere sia il nuovo presidente
che il nuovo parlamento. Il nodo cruciale, tuttavia, così come a giugno scorso, quando
la dichiarazione fu adottata, resta il destino di Bashar al-Assad. Nonostante i rumors
degli ultimi giorni su un suo possibile esilio, la Russia stessa, sua alleata di punta,
ha detto che è impossibile convincere il raìs di Damasco a lasciare il paese. Intanto
ieri una nuova strage dell’esercito si è abbattuta su Homs. Secondo le fonti dei ribelli
sarebbero circa 220 i morti, tra cui 23 bambini, nella sola giornata di ieri, una
cifra che tuttavia l’Osservatorio Siriano per i diritti umani non ha confermato. Ma
il regime sta proteggendo sempre più la regione alawita di Lattakia e Tartous, circondata
proprio dalla regione di Homs e dalla zona di Wadi Khaled, dove da settimane i ribelli
cercano di penetrare sempre più profondamente.