Nuove violenze in India contro le donne. La vicinanza della Chiesa
Nuove denunce di violenze arrivano dall’India dopo il caso della giovane 23enne morta
venerdì, dopo una lunga agonia, per le conseguenze di uno stupro di gruppo avvenuto
su un bus. Ieri l’omicidio di una donna di 45 anni e la denuncia di violenza sessuale
ai danni di una ragazzina di 15. Stamani il centro di New Delhi, chiuso in seguito
alle proteste, è stato parzialmente riaperto mentre continua il sit-in pacifico di
molti studenti che intendono così esprimere solidarietà alla famiglia della ragazza
morta. Ieri la giovane è stata cremata nel corso di una cerimonia funebre privata.
Vicino alla famiglia della giovane anche la Chiesa indiana che ha chiesto
di fermare la violenza sulle donne. Al microfono di Cecilia Seppia il card.
Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente della Conferenza episcopale
indiana:
R. – Io penso
che questo sia un momento per la società di ripensare ai propri principi, perché abbiamo
perso il senso dell’etica, della morale, dei valori. Forse questo è un momento per
abbracciare Gesù e così il rispetto della donna, il rispetto della persona secondo
i principi del Vangelo. Mettiamo di nuovo Gesù Cristo al centro della nostra vita.
D.
–Eminenza, cosa dovrebbe fare il governo a questo punto, servono misure concrete?
Cosa invece sta facendo la Chiesa?
R. – Personalmente, ritengo che le leggi
siano sufficienti, non dobbiamo avere nuove leggi. Ma è fondamentale il senso del
rispetto per la donna, così come attuare, finalmente, l’uguaglianza della donna e
dell’uomo nella società indiana. Dobbiamo riflettere sul perché sia avvenuta questa
cosa. La Chiesa fa molto per questa causa. Ci sono commissioni dedicate al miglioramento
della condizione delle donne. Anche nell’ambito della nostra Conferenza episcopale
abbiamo una Commissione che lavora per i diritti delle donne. Nella mia diocesi di
Mumbai si sono riuniti per discutere le cause di tutto questo e cosa possiamo fare
perché questo non accada di nuovo nel futuro.