2012-12-31 12:48:25

Edio Costantini: investire nello sport per promuovere valori educativi


Con la fine dell'anno, è tempo di bilanci anche per il mondo dello sport. L’attività agonistica, sempre più momento di spettacolo che portatore di valori educativi, rimane comunque al centro dell’interesse popolare e, proprio per questo andrebbe recuperata in chiave positiva. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport:RealAudioMP3

R. – Ci troviamo in un momento molto particolare, dove le politiche hanno abbandonato lo sport. Proprio in questo momento di crisi, nessuno ravvisa nello sport una sorta d’investimento sia educativo che culturale, per cui c’è bisogno di un ripensamento culturale, che può avere solo un governo che sia attento a questo. Bisogna ricreare un modello di sport che sappia guardare la dignità della persona. Se noi rimettiamo al centro la persona, vedremo che le cose sicuramente acquisteranno un altro significato. L’Ufficio per la pastorale dello sport e tempo libero della Cei sta facendo un grande lavoro, rimettendo in gioco quella che è la cultura sportiva, attraverso una scuola di pensiero, che ormai è al terzo anno; insieme alla sezione Chiesa e Sport, al Pontificio Consiglio per i laici e al Pontificio Consiglio della Cultura, sta facendo un grande lavoro di ripensamento. Bisogna, infatti, ripartire dai fondamentali dello sport. Se lo sport è un bene culturale, se lo sport è un bene educativo, bisogna ripartire da questi beni e riformare qui questa nuova classe dirigente. Su questo aspetto io credo che il cristianesimo possa fare molto, ma per fare questo bisogna mettersi insieme. Se la Chiesa italiana riesce ad andare oltre, credo che in dieci anni si possa rigenerare, rimettere i semi per ricreare una nuova cultura sportiva. Verrà quindi meno la violenza, verrà meno il doping, rimettendo al centro la dignità della persona.

D. – Questi obiettivi, secondo lei, sono stati messi in secondo piano perché alla fine lo sport, soprattutto quello delle grandi platee, è diventato più che altro un prodotto commerciale, un prodotto da vendere?

R. – Purtroppo sul palcoscenico c’è lo sport spettacolo che ha mercificato tutto: ha mercificato gli atleti, ha mercificato le persone. Su questo, da una parte, a suo tempo, Giovanni Paolo II ha detto molto, condannando questa estremizzazione mercantile dello sport, e, dall’altra, anche nell’ultimo intervento di Benedetto XVI ai campioni olimpici, pochi giorni fa, ha rimesso in fila alcuni elementi sulla dignità della persona. Rivolgendosi agli atleti ha detto: “Dovete essere dei campioni testimoni, con una missione da compiere. Possiate essere – ha detto il Papa – per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare”. Su questo aspetto anche lo sport spettacolo potrebbe fare molto.







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